Zuppi: sogno una Chiesa comunità

Il cardinale ha partecipato all’incontro delle presidenze diocesane di Azione Cattolica a Castel Gandolfo.
Matteo Zuppi

«La Giornata mondiale della Gioventù è stata una botta per tutti i catastrofismi a cui con eccesso di preoccupazione ci siamo lasciati andare negli ultimi anni. Un anno e mezzo fa nessuno ci avrebbe scommesso – ha detto il presidente della CEI, il cardinale Matteo Zuppi, nel suo intervento davanti a 750 responsabili associativi di Azione Cattolica riuniti a Castel Gandolfo per l’incontro nazionale –. A Lisbona quella dei giovani è stata una bellissima presenza.

Hanno chiesto alla Chiesa di non essere un enigma, che non tratti i giovani come enigmi ma che abbia una proposta diretta, empatica, come quella di papa Francesco. Il papa ha detto pochissime cose, ma dirette. Ha insistito sul “Tutti”, sulla consapevolezza che il Signore vuole bene a ogni giovane così com’è”. I giovani a Lisbona “hanno detto che loro ci sono, sono vivi e presenti, che vogliono sentirsi a casa nella Chiesa.

Non sono ragazzi nati in “laboratorio”, strani, ma normalissimi ragazzi e ragazze, non diversi da quelli che vivono fuori, da quelli che sono stati coinvolti in episodi di violenza in questi giorni. Vivono le stesse debolezze, ma i giovani della Gmg hanno trovato qualcuno che dà un senso diverso alla loro vita, che gli ricorda di essere nati per qualcosa di altro».

L'incontro delle presidenze diocesane di Azione Cattolica a Castel Gandolfo con il cardinal Zuppi
L’incontro delle presidenze diocesane di Azione Cattolica a Castel Gandolfo con il cardinal Zuppi

Il cardinale ha poi continuato: «Per essere Chiesa non basta fare volontariato, bisogna essere autenticamente “comunità”. La Chiesa che sogno è una Chiesa comunità. Non è stare insieme, non è passare del tempo, non è fare volontariato. Non basta questo. La Chiesa deve essere comunità e comunione. Dobbiamo essere fratelli e sorelle, volerci bene davvero. Poi dobbiamo molto migliorare nel nostro linguaggio. Se non curiamo il linguaggio possiamo dire cose bellissime ma nessuno ci ascolterà».

A Castel Gandolfo in questi giorni si sta svolgendo l’incontro nazionale delle Presidenze diocesane dal titolo “La Chiesa che sogniamo. Un cantiere sinodale per un’estate eccezionale”. Obiettivo è comprendere quali cambiamenti ecclesiali e sociali stanno caratterizzando il nostro tempo e in che modo i laici di Azione Cattolica possano continuare a portare frutto nella vita delle comunità ecclesiali e delle città.

Il percorso considera quattro aspetti dell’essere laici di Azione Cattolica nella Chiesa di oggi: la gratitudine al Signore per la nostra esperienza di fede, il radicamento in Cristo e nel territorio, il prendersi cura della Chiesa e dei fratelli, la generatività.

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