Zecche. Un pericolo nascosto
Alcuni ospiti indesiderati che possono salire e temporaneamente “soggiornare” tra i peli dei nostri amici animali sono le zecche, anche in questo caso si tratta di insetti ematofagi (che si nutrono di sangue) e di parassiti non ospite specifici e cioè di insetti che non disdegnano anche il sangue umano. E’ possibile, infatti, ritrovarli anche sull’uomo e purtroppo la loro presenza non sempre è facilmente individuabile perché non inducono prurito o altre reazioni immediate che possono insospettirci, ma sono riconoscibili per le quattro paia di zampette che contornano il corpo.
Le zecche sono, dunque, ospiti temporanei di animali e di uomo perché parte della loro vita o ciclo biologico si svolge tra pascoli e giardini. Quando, infatti, le condizioni ambientali diventano avverse (temperature o umidità troppo basse) si rifugiano nel terreno o nelle fessure di muri o mattonelle resistendo alla mancanza di cibo anche per periodi molto lunghi. Per questo e perché le uova sono molto resistenti, per debellarle sono consigliabili trattamenti antiparassitari ambientali una volta la settimana per più settimane oltre ai routinari trattamenti preventivi sul nostro amico peloso. Possono, altresì, diffondersi rapidamente e su aree molto estese sfruttando come mezzi di trasporto pecore, ungulati selvatici, uccelli, roditori ed animali randagi, ma, a differenza delle pulci, le zecche, non potendo saltare, raggiungono l’animale arrampicandosi lungo i fili d’erba. Arrivati sull’ospite vi si ancorano solidamente attraverso un robusto apparato buccale munito di rostro e si cibano, succhiando il sangue dell’ospite. Più la zecca resta sull’animale più aumentano le possibilità che vengano trasmesse malattie all’animale, per cui se individuiamo una zecca sul nostro amico peloso, essa va tolta immediatamente. Bisogna però fare molta attenzione per evitare di rompere il parassita portando via solo parte di esso e in particolare il corpo. In questo caso il rischio sarebbe la possibile disseminazione delle uova contenute nella femmina adulta e la persistenza nella pelle dell’ospite dell’apparato buccale, che può indurre reazioni infiammatorie (granulomi) nell’organismo dell’animale. Tra le malattie trasmesse dalle zecche le più pericolose per l’uomo sono la malattia di lyme e la rickettsiosi, patologie subdole che possono dare non pochi problemi se non diagnosticate. Per questi motivi è sempre bene osservare alcune norme:
Utilizzare nelle stagioni più calde (a partire dalla primavera) gli idonei antiparassitari sull’animale;
Evitare di portare il proprio animale a fare passeggiate nei prati alti;
Tagliare spesso l’erba del proprio giardino e aver cura di tenere ben chiusi i bidoni della spazzatura in modo da tenere lontani i roditori, possibili vettori di zecche;
Controllare il nostro amico a quattro zampe di ritorno dalla semplice passeggiata come dall’escursione tra montagna e boschi (le zecche si annidano soprattutto nelle e dietro le orecchie, nell’inguine, sotto le ascelle e negli spazi interdigitali);
Spazzolare e accarezzare l’animale contropelo per rintracciare eventuali noduli cutanei o sottocutanei;
Se rinveniamo qualche zecca sull’animale, staccarla manualmente facendo attenzione a non romperla e soprattutto ad evitare che il rostro buccale resti nella cute. Uno dei metodi descritti, benché non da tutti approvato, potrebbe essere quello di usare dell’olio che impedisce alla zecca di respirare e che, quindi, ne determina il distacco spontaneo, o quello di irrorarla con dell’alcool ed aspettare che allenti la presa, quindi intervenire con delle pinze e mediante un movimento antiorario “svitarla” in modo da allontanare l’insetto integro;
Infine distruggere le zecche raccolte bruciandole o mettendole in alcool. Si impedisce così che possano disseminare le uova eventualmente contenute in esse. Mai gettarle vive nei lavandini, né schiacciarle a terra, dissemineremmo nell’ambiente in un solo colpo centinaia di uova!