Yemen: a proposito di aerei Usa e missili Huthi

A margine, per quanto riguarda l’informazione mainstrem italiana e non solo italiana, nella guerra mediorientale c’è anche lo Yemen, ma solo quello degli Houthi filoiraniani. Se ne parla talvolta quando i miliziani di Ansarallah (Sostenitori di Dio), detti appunto Houthi, attaccano qualche nave nel Mar Rosso o quando spediscono un missile balistico verso Israele. Oppure quando gli occidentali bombardano il territorio yemenita controllato dagli Houthi, com'è successo di recente.
Un finto drone di fabbricazione Houthi in mostra davanti a un cartellone pubblicitario con il ritratto del defunto leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, in una piazza a Sana'a, Yemen, Foto Ansa, EPA/YAHYA ARHAB

I bombardieri stealth B-2 Spirit hanno condotto “attacchi di precisione” contro cinque depositi sotterranei di armi degli Houthi, in Yemen. Lo ha affermato mercoledì 16 ottobre il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin: “L’impiego dei bombardieri stealth a lungo raggio B-2 Spirit dell’aeronautica militare statunitense dimostra la capacità degli Stati Uniti di attaccare globalmente questi obiettivi quando necessario, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo”. Gli Houthi – come da copione –, in una dichiarazione di giovedì 17 ottobre hanno risposto: “Confermiamo che l’aggressione americana non passerà senza una risposta“.

È evidente, dal botta e risposta, che il messaggio Usa va ben oltre gli Houthi, ed è indirizzato al Grande Fratello (quello di George Orwell, non quello di Mediaset) iraniano, che sta dietro agli attacchi degli Houthi alle navi in transito nel Mar Rosso (circa un centinaio in un anno) e ai lanci di missili balistici verso Israele (alcuni), quasi sempre e più o meno completamente neutralizzati prima dell’impatto.

E per inviare il messaggio in modo inequivocabile l’Usaf si è servita di un aereo simbolo di inquietante potenza, il mitico B-2 Spirit, l’aereo fantasma (difficile da intercettare con i radar) dalle caratteristiche spaventose, e aggiungerei disumane: ha un’apertura alare di 52 metri, può caricare 45 tonnellate di carburante (non oso pensare quali effetti sull’inquinamento globale possa provocare anche un solo volo) e 18 tonnellate di munizioni. Ogni aereo è costato oltre 2 miliardi di dollari, e la sola manutenzione di ogni velivolo costa 3,4 milioni di dollari al mese. Senza contare i costi per le basi, il personale, la logistica, i rifornimenti, ecc. Ne esistono solo 19 esemplari realizzati negli anni 90, tutti in dotazione all’aeronautica militare statunitense.

La domanda-sfida è: quale risposta “adeguata” potranno mai dare gli Houthi, e soprattutto l’Iran, ad una tale esibizione di forza? A me francamente sembra di assistere alla caricatura di un gioco da bambini: io ho l’aereo più grosso; e l’altro risponde: ma i miei missili e droni sono fortiiiissimi. Sembra quasi la fotocopia del noto spot pubblicitario dove alcuni improbabili pompieri decantano le virtù degli orsetti di gelatina e delle rotelle di liquirizia.

Purtroppo sappiamo bene che questa non è tutta la realtà. Perchè la realtà è quella in cui vivono le persone, gli yemeniti. Quella che sta dietro alle macabre esibizioni di sfoggio del potere. Una realtà disumana, aggiungerei.

Ecco alcuni numeri indicativi, e certamente non esaustivi, della situazione. Gli ultimi nove anni di conflitto in Yemen hanno costretto circa 4,5 milioni di persone, tra cui oltre 2 milioni di bambini, a sfollare all’interno del Paese, abbandonando le proprie case. Dei circa 32 milioni di abitanti, almeno 18 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria, il 53% dei quali sono bambini. Le malattie come colera e difterite sono fuori controllo e lo scorso anno un bambino è stato ucciso o ferito in media ogni due giorni da mine o altri ordigni esplosivi.

Inoltre, l’economia del “quasi-stato” yemenita degli Houthi si regge su fonti finanziarie più o meno legali e su altre, più consistenti, illegali: contrabbando di petrolio e benzina e traffico di droga. A fronte, l’80% della popolazione ha bisogno degli aiuti internazionali per sopravvivere. E secondo una fonte Onu (news.un.org) del 12 settembre 2024: “Oltre il 62% delle famiglie in tutto il Paese non ha cibo a sufficienza e alcune zone, come Hudaydah e Taiz [nella zona controllata dagli Houthi], soffrono di livelli di malnutrizione estremamente critici”. Lo ha affermato Joyce Msuya, sottosegretaria generale ad interim per gli affari umanitari Onu, aggiungendo: “Si stima che entro la fine del 2024 più di 600 mila bambini nelle aree controllate dal governo dello Yemen [l’altro Yemen, quello variegato ad est del territorio Houthi] saranno gravemente malnutriti e si prevede che circa 118 mila soffriranno di grave malnutrizione acuta, con un aumento del 34% dal 2023”.

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