XXIX Rapporto immigrazione 2020: più che dati, raccontiamo le storie

Intitolato Conoscere per comprendere, il rapporto di Caritas e Migrantes narra l'esperienza di migliaia di uomini e donne che hanno dovuto lasciare la loro terra. L'invito è quello di vivere in un mondo più fraterno e più unito

Come ogni anno, la Fondazione Migrantes, insieme a Caritas Italiana, presenta il Rapporto Immigrazione, quest’anno intitolato Conoscere per comprendere. Un evento presenziale che è stato possibile seguire anche in streaming attraverso il sito Facebook della CEI – Conferenza Episcopale Italiana. A presentarlo sono stati mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei; Stanislao Di Piazza, sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle politiche sociali; la scrittrice Igiaba Scego; Manuela De Marco, dell’ufficio politiche migratorie e protezione internazionale di Caritas italiana; e il redattore Simone Varisco.

La celebrazione della nuova pubblicazione arriva nel quadro di una movimentato scenario migratorio: la presentazione del nuovo Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, la celebrazione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, la firma dell’enciclica papale Fratelli tutti, e la modifica dei precedenti Decreti sicurezza. Avvenimenti tutti questi accaduti negli ultimi 12 giorni che hanno positivamente svegliato certo interesse nell’opinione pubblica.

Migrantes

Cifre

Il Rapporto Migrantes riporta anche questa volta un incremento nel numero globale delle persone migranti. Ciò nonostante, questa cifra rappresenta solo il 3,2% della popolazione mondiale. Sebbene una gran quantità dei cittadini stranieri siano migranti economici, tanti altri sono migranti forzati a fuggire.

Per quanto riguarda la presenza in Italia, sono 5,3 milioni i cittadini stranieri, secondo il Rapporto presentato da Caritas e Fondazione Migrantes. La dottoressa Manuela De Marco in questo caso avverte la necessità di riflettere sul rilascio di visti lavorativi se si vuole costruire un futuro migliore del Paese, dato che questi rappresentano solo l’1,5% del totale; «si tratta dello sviluppo e delle sfide dell’Italia, non dei cittadini stranieri», assicura.

Come novità, quest’anno è stata realizzata una lettura attualizzata per monitorare l’impatto del Covid-19 sui cittadini. Sebbene il numero di cittadini stranieri contagiati sia stato del 5% – smontando il pregiudizio che identifica loro come i capro espiatorio della pandemia –, il numero di richieste di aiuto nei centri di ascolto si è raddoppiato durante questo periodo, arrivando alle 400 mila, spiega De Marco.

Sfide

La situazione delle persone migranti, come tante altre realtà sociali, è stata aggravata dalla crisi sanitaria, ricorda mons. Stefano Russo. Questo fa sì che le risposte devano darsi in maniera immediata, mettendo a risalto l’umanità che ci unisce perché nessuno si senta isolato, afferma. In quest’ottica, la recente enciclica di papa Francesco, Fratelli tutti, lancia un messaggio molto chiaro: ci vuole un cuore aperto a tutto il mondo, capace di formare una comunità di fratelli che si prendano cura gli uni degli altri.

Inoltre, monsignor Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, esorta a non cadere nella trappola dell’assistenzialismo, perché non consiste nel «calare dall’altro», ma nel «fare un cammino tutti insieme». Inoltre, Simone Varisco sottolinea la necessità di una conoscenza reciproca. Infatti, il documento presentato non vuole essere una raccolta di dati bensì una narrazione di storie. «Conoscere implica una persona, un incontro», dice Varisco. Ed è proprio questo che dà senso al sottotitolo del Rapporto immigrazione 2020 di Caritas-Migrantes: Conoscere per comprendere, tratto dall’invito esplicito del papa nel suo messaggio per la 106ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Comprendere l’altro, sì, ma come enfatizza Stanislao di Piazza, comprendere anche che «è arrivato finalmente il momento di cambiare».

Tutti i dati disaggregati per regioni, così come il Rapporto immigrazione 2020 in pdf sono scaricabili dai portali istituzionali della Fondazione Migrantes e della Caritas Italiana.

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