X-Men: conflitto finale
La storia racconta della rivolta dei mutanti, preoccupati che la scoperta di un farmaco che li rende normali agli altri esseri umani, ribattezzato la cura, possa dare il via a una campagna di normalizzazione forzata da parte del governo. Una parte di loro sceglie la lotta violenta contro gli umani, l’altra la via del dialogo e della diplomazia, ma come accade in questi casi si troveranno poi a darsele di santa ragione in un finale atteggiaapocalittico, che rimane comunque, per intensità e virtuosismo registico, la cosa migliore del film. Terzo e meno riuscito della saga degli X-men, il film di Brett Ratner paga lo scotto di una sceneggiatura pensata soprattutto per fumettari appassionati degli eroi creati dal genio di Stan Lee. A quanti non possono far affidamento sulle reminiscenze fumettistiche, la storia appare giocoforza oscura o superficiale, e non sono certo sufficienti le didascaliche spiegazioni inserite qua e là a dare un senso agli eventi che si succedono sullo schermo. Ma anche chi rivede sullo schermo quelle storie che ha tanto amato sulla carta, storcerà il naso per un’operazione troppo condizionata dal marketing dai vizi tipici dei film a episodi. Ottimi gli effetti speciali, bravi gli attori (del resto il cast è infarcito di star), a far difetto sono però le idee. Regia di Brett Ratner; con Patrick Stewart, Hugh Jackman, Halle Berry, Anna Paquin, Rebecca Romijn-Stamos, Ian McKellen, Shawn Ashmore, James Marsden