X Factor 2018: nel segno del rap
Va in archivio anche la dodicesima edizione di uno dei format televisivi di maggior successo di questi anni Dieci. L’apoteosi del sogno ad occhi aperti, il trampolino prediletto per centurie di aspiranti postar da cameretta o da garage, che con un po’ di fortuna, tanta determinazione, e una buona dose di talento e personalità, posso passare in qualche mese dall’anonimato ai lustrini dello show-business.
Certo si può discutere sul fatto che per codesti giovanotti il successo arrivi prima e non dopo una sudata gavetta, ma così va il piccolo mondo post-moderno della musica-spettacolo. E almeno stando ai quattro finalisti di quest’anno la stoffa su cui lavorare indubbiamente c’è.
Dell’esercito di quarantamila partecipanti alle selezioni, l’estenuante mattanza ha regalato una notte memorabile a quattro giovani esponenti del giovanilismo odierno: cosmopolita, ipertecnologico, smarrito e inquieto dentro, ma pieno di dinamite fuori, almeno quando si tratta d’agguantare l’occasione della vita.
L’orgia di luci del Forum di Assago ha sancito lo strapotere del rap sul pop, per altro più che evidente anche nelle classifiche e negli streaming di questa stagione. È stato il trionfo del flow (un flusso di rime che viene rappato su una base) che ha avuto il suo eroe in Anastasio, un ventunenne della costiera amalfitana già grande favorito alla vigilia; uno che Fedez ha giudicato «la miglior penna mai arrivata a X Factor». Campana è anche la seconda classificata, la ventiseienne Naomi (per lei un futuro un pelo più incerto), mentre ha lasciato il segno la giovanissima Luna, appena sedicenne, un peperino sardo che ancora non ha deciso cosa fare da grande, ma con una forza comunicativa in grado d’addomesticare qualunque palcoscenico; credo sentiremo ancora parlare di lei. Unico gruppo in finale quest’anno i Bowland, un trio nato in quel di Teheran, ma ormai fiorentini d’adozione.
Sul mega palco (800 metri quadrati e ben 19 telecamere) i quattro hanno incrociato le ugole con Marco Mengoni uno dei pochi per i quali la ribalta di X Factor ha costituito non solo una effimera rampa di lancio, ma anche l’incipit di una carriera importante.
Chiuso il sipario, già si pensa alla prossima edizione: ci sarà sicuramente l’impeccabile Cattelan, probabilmente la Maionchi che coi suoi 77 anni ha tenuto botta senza problemi, mentre cambieranno quasi certamente aria sia Manuel Agnelli che Fedez e il rosso debuttante Lodo Guenzi, già front man de Lo Stato Sociale.
Il tredicesimo X Factor di fatto è già cominciato, almeno nei sogni dei prossimi quarantamila…