World Youth Orchestra
Nata 11 anni fa, quest’orchestra giovanile internazionale è già ricca di successi. E di valore. 70 musicisti pieni di fuoco, scattanti nell’eseguire la sinfonia dalla “Norma” di Bellini, in cui il fondatore e direttore Damiano Giuranna faceva emergere la pastosità melodiosa di legni e ottoni come poche volte. Ma è poi toccato a un’altra giovane, la germano-russa Alissa Margulis, conquistare il pubblico nella “Symphonie espagnole” per violino e orchestra di E’duard Lalo. Brano di virtuosismo eccezionale, di arabeschi gitani e sensualità mediterranee uniche.
Ci vuole forza e amore nel maneggiare con l’archetto e le dita un violino irto di scale, di doppie corde, di arpeggi e languori a metà strada tra il voluttuoso e il focoso. La giovane artista, in rosso fuoco, c’è riuscita benissimo e ha fatto gustare la musica di un autore purtroppo poco eseguito da noi. Quando poi è toccato al Ciaikowski della “Quarta sinfonia” si è trattato dell’incontro con un altro mondo, fatto di ipersensibilità, voglia di gioire e di stupire.
Stupisce la qualità di un’orchestra che ha girato mezzo mondo, ospite di grandi festival e interessata a sostenere progetti di fratellanza a livello mondiale e di sostegno a cause nobili, come quella per “la sicurezza alimentare” cui era destinato il concerto del 10 settembre a Roma, all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. La musica come voce di chi non ha voce. È una gran cosa. Specie se la fanno i giovani.