Windtalkers
Erano detti “parlatori nel vento” questi navajo, che come marines combatterono nelle isole del Pacifico nel secondo conflitto mondiale. Il loro contributo fu quello di mandare messaggi via radio con un codice collegato alla loro lingua, sconosciuto a tutti ed anche ai giapponesi. Questo, insieme all’eroismo che dimostrarono, aiutò a riportare preziose vittorie. Il loro valore è stato riconosciuto nel 2001 da George Bush in una cerimonia ad Washington, a cui seguirono altri riconoscimenti e la realizzazione di questa pellicola. Se a tutto questo si unisce il fatto che ognuno dei windtalkers era protetto da un marine, che doveva anche impedire che cadesse vivo nelle mani del nemico, si capisce che ce n’era abbastanza per impostare un imponente film di guerra, capace di esaltare, insieme e nonostante l’orrido inevitabile, lo spirito combattivo e vittorioso. È stato John Woo a cogliere l’occasione, andando incontro al desiderio di patriottismo, attualmente vivo negli Stati Uniti, come hanno fatto anche altri registi. Da questi presupposti si capisce che Windtalkers non contiene una critica efficace alla violenza delle guerre, preferendo muoversi sul terreno semplificato del bene tutto da una parte e del male tutto dall’altra. Tuttavia contiene anche cose valide. Sono buone la ricostruzione dei movimenti bellici e l’impressione di chiarezza visiva, dovuta non solo ai colori luminosi e sgargianti, ma anche alla linearità delle singole azioni, sempre ben inquadrate nell’insieme. Un bel passo per John Woo che, mettendo da parte il suo stile iperbolico, non del tutto facile, che lo ha reso maestro negli ultimi anni, si è rivolto al mondo classico del cinema. Un dubbio, che può venire, è che, nonostante questo, abbia imitato troppo i modi dei videoclip e che i suoi personaggi manchino d’anima. Ma non è del tutto così. Dobbiamo ricordarci della sua provenienza orientale e dare importanza a certi particolari dei dialoghi, espressi sommessamente, ma tutt’altro che superficiali. Ne sono un chiaro esempio le parole dei due protagonisti, quando ricordano con nostalgia l’istruzione cattolica ricevuta da bambini, e la loro recita dell’Ave Maria nel punto di morte del più anziano: epilogo doloroso, ma orientato alla speranza, in quel mare ineludibile di azioni senza senso. Regia di John Woo; con Nicolas Cage, Adam Beach, Peter Stormare.