Il Watergate di Atene, estate calda e imprevedibile in Grecia
Non è passato molto tempo da quando il premier greco Kyriakos Mitsotakis ha escluso le elezioni anticipate mettendo fine ad illazioni e relativi scenari, e assumendosi il costo politico di un inverno duro a causa della crisi energetica e dell’alto costo della vita, problemi che secondo l’opposizione non vengono gestiti adeguatamente dal governo. Adesso però, con lo scandalo delle intercettazioni emerso la settimana scorsa, e ribattezzato dall’opposizione “Watergate greco”, sembra scatenarsi una vera e propria bufera che nessuno sa dove e come andrà a finire.
Tutto è iniziato la settimana scorsa quando Nikos Androulakis, parlamentare europeo dal 2014 e leader da dicembre 2021 dei socialisti del nuovo partito Pasok/Kinal, ha dichiarato che i servizi di intelligence ellenici avevano tentato di intercettare il suo cellulare. La notizia di intercettazioni illegali gestite dall’intelligence greca era già circolata qualche tempo prima ad opera di un giornalista, provocando l’ira dell’opposizione, che ora ritorna ancora più decisa a chiedere la caduta del governo ed elezioni anticipate.
Le dimissioni del capo dei servizi di intelligence e del sottosegretario del premier Mitsotakis, incaricato dei servizi, non ha facilitato le cose, anzi l’opposizione chiede le dimissioni di Mitsotakis, visto che è lui il responsabile dell’intelligence da luglio 2019, quando ha voluto modificare la legge portando i servizi sotto il suo diretto controllo.
Inoltre, la dichiarazione che il premier ha fatto in tv, affermando che non sapeva niente delle intercettazioni, ha fatto infuriare ancora di più l’opposizione. In seguito ad una formale richiesta del leader di Syriza ed ex-premier, Alexis Tsipras, il Parlamento greco riaprirà lunedì 22 Agosto, una settimana prima del previsto, proprio per ascoltare le comunicazioni di Mitsotakis su questo argomento.
Nel frattempo il Primo ministro ha più volte dichiarato di voler far luce su tutta la vicenda e di essere disponibile a fare i cambiamenti istituzionali che saranno necessari sui compiti e le prerogative dei servizi di intelligence, introducendo nuovi controlli e strumenti per garantire sicurezza, trasparenza e legalità delle procedure. Se tutto questo sarà sufficiente o meno a salvare il governo si vedrà presto.
Come se non bastasse la bufera delle intercettazioni, le provocazioni e le minacce della Turchia aumentano l’insicurezza e ovviamente mettono a rischio la stabilità nel Paese.
L’unica cosa che va a gonfie vele è il turismo. Infatti si prevede che l’affluenza supererà ogni dato precedente. Già in tutte le isole le prenotazioni si avvicinano il cento per cento, mentre la perdita dei turisti russi viene bilanciata dall’aumento dei turisti americani e di altri Paesi.
Certo questo riguarda di meno il nord della Grecia, che risente di più dell’assenza di turisti russi, ma non tanto visto che i turisti provenienti da Romania e Serbia sono aumentati. È vero che il turismo conta e pesa molto in Grecia, che da deceni investe principalmente su strutture e infrastrutture turistiche, ma non è sicuro che queste aumentate presenze saranno sufficienti a scongiurare gli effetti della crisi generale che il Paese sta affrontando a tutti i livelli.