Warcraft – L’inizio
Non contenti del neo-peplum, degli eroi alla Batman e amici, i produttori made in Usa si scatenano questa volta con Warcraft-l'inizio, che, come dice il titolo, è il primo capitolo di una nuova avventura
Seguirà ̶ botteghino permettendo ̶ uno o più sequel, come recita il finale del primo film.
Fantascienza, mito e horror ormai si mescolano in quella contaminazione di generi a cui siamo abituati. Siamo in un regno immaginario – Azereth – guidato da un saggio re aiutato dal valoroso Lothar e da un mago “guardiano dai superpoteri”. Regno fantastico dalle architetture neogotiche infinite, a cui si contrappone quello degli orchi – bruttissimi, ma alcuni simpatici – ostaggio di un altro mago cattivissimo. In fondo, è lo scontro fra luce positiva e luce negativa, tra lealtà e tradimento in guerre mostruose, voli, magie e un pizzico appena di love story e di amor paterno.
La lotta è eroica da ambo le parti e gli orchi saggi devono allearsi con gli umani che hanno sempre combattuto per poter sopravvivere. La tecnologia fa il suo dovere moltiplicando masse, luoghi, personaggi e lo spettacolo è davvero assicurato: le due ore passano in fretta, la sala è gremita di adolescenti e di adulti amanti del genere, cioè dell’avventura per l’avventura. Che i personaggi cambino, le azioni sono sempre le stesse: lotta, vittoria, fatica e voglia di sognare. Non è male per il kolossal diretto da Duncan Jones in questa sorta di Trono di spade cinematografico dove anche i mostri hanno il loro fascino.
Drammi giovanilistici
È il caso di Marguerite e Julien di Valérie Donzelli. Si racconta la storia vera, ad inizio ‘600, dei due fratelli innamorati e della loro morte per incesto. Il cinema ne parla perché si tratterebbe dell’ennesimo limite da superare? Comunque sia, il film, per quanto bello come fotografia e ambientazione, viaggia tra il passato e il presente – anche nel commento musicale –, offrendo un romanticismo smielato anche perché i due protagonisti sono impacciati e non convincono troppo. Lo sguardo della regista è comprensivo come pure l’ambiente, i genitori, lo zio abate, i camerieri nei confronti di questo legame particolare: insomma, una strizzatina all’oggi non sfugge. Peccato per l’artificiosità del lavoro, della Donzelli abbiamo visto di meglio.
In sala escono anche: The Nice Guys (America), Tra terra e cielo (India) e Miami Beach, ennesimo prodotto di Carlo Vanzina, fedele al suo genere di commedia romanoide (per i fedelissimi).