W niatri: il sogno di tre amici
Reduci dal debutto dello scorso Napoli Teatro Festival Italia, tre attori-registi, una drammaturga e un disegnatore luci raccontano il senso di un'amicizia vissuta in strada confinante con un fuori impenetrabile.
Vorrebbero fuggire dalla mediocrità. Dalla fame, fisica e culturale. Dal torpore atavico che li trattiene. I tre inseparabili amici di W niatri(“evviva noi”, dal dialetto siciliano),Andrea, Uccio, e Mimmo, sognano un futuro diverso. Che possa riscattare la loro misera condizione di vita, e farli uscire da quella piazza di un meridione, più dell’anima che geografico, dove si ritrovano a vivere. Col pigiama indosso, simbolo di uno stato permanente di dormiveglia, Andrea si appisola continuamente, e sogna. Ci trascina dentro un “oltre”, immerso in un fascio di luce che lo coglie in uno stato di dormiveglia, in piedi, intento a parlare con la nonna defunta che immagina lo ascolta, alla quale era affezionato. Si materializzano sul fondo i suoi due amici. Emerge dalla penombra Uccio, il più ingenuo ma il più vero, che, col pallone sempre al piede, aspira a superare una selezione di calcio; e Mimmo, il più spaccone, attaccato alla propria terra. Anzi, raffredda e ridicolizza i sogni anche di Andrea che aspira a fare l’attore in attesa di un provino con un’arancia sempre in mano.
Su questa trama di rapporti si sviluppa la scrittura scenica dello spettacolo nato da un appassionato lavoro collettivo che ha coinvolto, oltre agli attori Daniele Pilli, Fabrizio Ferracane e Michele Riondino (volti noti anche al pubblico cinematografico e televisivo), la drammaturgia di Linda Dalisi e il sapiente disegno luci di Luigi Biondi. Ed è sull’eccellente piano visivo che si gioca questa partita della vita, con una rete da calcio che rimanda ad una gabbia o ad una prigione. Occupando l’intero boccascena, diventa anche un muro che li separa dal mondo che sognano. Da quell’intreccio di fili guardano verso la platea, oltre i nostri sguardi. Noi li osserviamo vivere, prendere consistenza, diventare tre pianeti con dei semplici palloni in mano, rompere il legame d’amicizia, e infine svanire nell’azzurro di una lavagna luminosa: un cielo notturno inciso di parole, di scritte che un quadrato di luce, come un fumetto, evidenzia, quasi a dare voce ai loro pensieri inespressi. Più intimi. Come quel verso attinto da una poesia di Dylan Thomas: «Amico da nemico io ti sfido con la testa fra nuvole di astuzia». La gestualità e la recitazione anticonvenzionale dei tre bravi interpreti si sviluppa tra dialoghi concreti – molti in dialetto meridionale – e azioni astratte, movimenti danzati, gag e gesti surreali, per dare consistenza poetica a questa commovente e divertente storia di un’amicizia, tra scorci autobiografici e suggestioni oniriche.
Al teatro Vascello di Roma, dal 20 al 28 marzo. Lo spettacolo, in collaborazione col Palermo Teatro Festival, ha debuttato lo scorso anno al Napoli Teatro Festival Italia).