W L’Italia in diretta!
Raitre, ogni martedì, ore 21,00. Non c’è solo il pettegolezzo, le premiazioni in prima serata per promuovere un’amena località del Belpaesee e qualche opaca starlette. Non ci sono soltanto valanghe di repliche, programmi riciclati e film già visti mille volte. Questa estate televisiva porta due buone notizie in una. L’informazione Rai non va in vacanza e, per di più, decide di raccontare l’Italia che va, quella che funziona. Non era mai successo prima. Il miracolo lo compie Riccardo Iacona, scuderia Santoro, un giornalista con la passione per il reportage e per il racconto in stile cinematografico, che ha deciso di proporre in estate un nuovo programma W l’Italia in diretta, in dodici puntate. Erano state un grande successo le sue inchieste in inverno su politica, emergenza case, giustizia. Quello che invece presenta è un esperimento nei temi e nello stile. Pur non trascurando le urgenze dettate dall’attualità, gli orrori della cronaca, gli scandali, il nuovo programma intende compiere un viaggio tra le eccellenze della penisola, in luoghi in cui, pur tra mille difficoltà, funziona l’Italia del lavoro, dell’ università, della sanità, della lotta alla criminalità. Nella prima puntata, accanto alla vergogna delle troppe morti bianche, è stato raccontato il miracolo della Fincantieri, primo cantiere navale in Europa, simbolo di un Paese che sa farcela, grazie al sudore di operai, alla professionalità degli ingegneri, alla capacità dei manager. Nuovo è anche il format. Un racconto in presa diretta, con collegamenti e rari servizi registrati, con l’ambizione ha detto Iacona, di fare una tv ad altezza uomo che esce dai soliti recinti, entra nei tinelli, nelle fabbriche, nei cantieri, dove vive l’Italia reale, la gente a cui nessuno dà voce, quella che per un intero inverno la tv la vista e non l’ha mai fatta. Resta per ora questo il solo neo del programma: la parte live è troppo verbosa, annacqua i contenuti, perde ritmo dovendo star dietro alla legittima emozione di chi viene intervistato, al collegamento che non parte in tempo. Il bello ( e il brutto) della diretta. Piccola pecca di un programma che speriamo sia un precedente di cui tenere conto d’ora in poi: mai più un estate senza informazione sulla tv del servizio pubblico.