Voglio la tua sciarpa
È una fredda mattinata di novembre. Alba, prima di uscire al lavoro, trova il tempo di mettere in ordine il cassetto e pensa che troppe sciarpe sono davvero inutili. Qualche dono da amiche e parenti diventano un ricordo, ma ha deciso: le darà a qualcuno che ha bisogno.
Le sfiora con delicatezza, ma poi la mano si ferma sulla preferita: morbida e calda, i suoi colori le ricordano la primavera e attorno al collo la rimandano all’affetto di quel dono. Strano… le sfumature, a pensarci bene, erano proprio le stesse degli occhi di Paola che gliel’ha regalata e che sapeva quanto fosse appassionata a sciarpe e stole.
Alba si prepara per uscire, s’infila il cappotto nuovo e fa cadere in un sacchetto una banana per lo spuntino di mezza mattina. Esce dal cancello e si imbatte in un vento insidioso e freddo d’inizio inverno che si insinua ovunque, anche nelle ossa. Così, torna indietro e prende la sciarpa preferita per avvolgersela intorno al collo, mentre pensa che con quelle tonalità l’ampia fascia si intona benissimo con il suo cappotto nuovo. Scende le scale senza fretta: il nuovo giorno si preannuncia così radioso oggi! Il vento sta spazzando via tutta la grigia nuvolaglia ed è certa che presto il sole avrà la meglio sul freddo mattino.
La piazza è già affollata e molto vivace. Ci sono studenti che a passo lento si raccontano le novità, qualche genitore accompagna il figlio o la figlia verso la scuola, un mimo è già sul suo piedistallo intento a suonare un immaginario violino… E c’è anche una giovane signora con in braccio una bimbetta, che visibilmente ha freddo. Alba non comprende come il frugoletto di pochi mesi in braccio alla mamma possa essere a piedi nudi lì, in piazza, al vento già freddo di novembre.
Sta pensando questo con una certa apprensione, quando la donna le si avvicina e le chiede se ha qualcosa da darle. Niente portafoglio, dimenticato! La banana le rotola in mano e allora ha un’idea e suggerisce alla mamma: «Ecco, prendi questa banana!». La mamma prende il frutto ma poi, guardandola intensamente negli occhi, le dice: «Voglio la tua sciarpa».
Ok, di qualche sciarpa voleva pur liberarsi, pensa Alba, ma non quella! Per un attimo ha pensato di farle avere una copertina, avrebbe cercato, ma dopo. Sarebbe stato troppo tardi… C’era bisogno di fare subito il gesto che il cuore, o Qualcun altro, ora le stava suggerendo. Poi è un attimo, se la toglie e l’allunga alla giovane madre.
Mentre si incammina verso l’ufficio incontra un’amica e si ferma a chiacchierare per un momento, sufficiente a farle fare una tenera esperienza, perché sente un tocco discreto sulle spalle. È la ragazza, con la bambina avvolta dentro la sciarpa dalle sfumature primaverili, che le dice: «Vedi, adesso non ha più freddo». Solo questo, e se ne va.
Alba arriva in ufficio e accende il computer, vede la data: 11 novembre, festa di S. Martino. Festa di chi scende da cavallo e dona un mantello, di chi, andando al lavoro, dona una sciarpa, di chi, e sono tanti, donano a cuore aperto perché Qualcuno, circa duemila anni fa, ha dato la vita per lui e su quella croce ha aperto le braccia in un messaggio toccante e sconvolgente: ti voglio un bene grande così.
A Natale, tra i doni ricevuti, Alba ha avuto due sciarpe nuove, calde e veramente trendy.
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