Voglia di tenerezza
Irene (Claudia Gerini) è bella, decisa, è madre di un adolescente frastornato, con un ex marito assente. Ha lasciato il paese nel Salento, vive a Roma, fa la produttrice cinematografica. Ha bisogni di soldi, così decide di vendere la villa di sua madre in campagna. Qui però vive la vecchia governante Ada (Lucia Sardo) che non ne vuol sapere di lasciare l’abitazione. L’incontro-scontro fra le due donne, due mondi, è inevitabile e le astuzie della donna anziana, ingenue e fanciullesche, complicano la vita della donna in carriera, finendo col richiamare l’attenzione del figlio e dell’ex marito. Si ricompone qualcosa che assomiglia ad una famiglia ed Irene forse riscopre sentimenti che per amore di indipendenza ha lasciato spegnere, mentre Ada cambia casa ma non cuore e il figlio trova una sua direzione. Diretto da Giorgia Cecere e presentato al recente Festival di Bari, vi si riconosce la mano femminile nella profondità dei sentimenti, nella leggerezza della scrittura – con la costante punta antimaschilista (al cinema gli uomini sono fragili ed egoisti, spesso) – e nella cura della recitazione di due valide attrici, specie Lucia Sardo. Il mondo antico visto con gli occhi della nostalgia rende lieve il racconto di generazioni che sono fatte per convivere pur nella diversità degli anni e dei temperamenti. Ne esce un lavoro pulito come la natura di questi luoghi e commosso, senza scivolare nel patetico.
Io sono qui – in uscita il 14 ottobre – ci trasporta invece in un’altra regione, la zona francese dei Paesi Baschi dove vive Stéphane (un bravissimo Alain Chabat), uno chef di successo, tranquillo in mezzo ad un paesaggio bellissimo, supportato dai due figli e dall’ex moglie. Vita serena, rapporti superficiali, lui è però un irrequieto. La sola cosa che lo fa sentire vivo è Soo, una giovane donna coreana (Doona Bae) che ha conosciuto via Instagram. I due parlano di arte, di ciliegi in fiore, e sembrano instaurare un rapporto solido che fa distrarre lo chef dalla vita monotona, innamorarsi forse, e con un colpo di testa partire per Seoul. Ma della donna amata su Instagram nessuna traccia, lei non si fa trovare. Stéphane soggiorna in aeroporto, conosce la gente, fa amicizia con il suo stentato inglese un po’ con tutti, diventa senza volerlo un personaggio inseguito dai media. Incontrerà finalmente Soo e qui si scioglierà l’equivoco: Instagram non genera l’amore, la donna glielo dice chiaramente e sparisce. L’uomo però sta imparando a scoprire gli affetti che lo circondano, i figli che vengono a prenderlo: il cuore si è riscaldato.
Opera deliziosa del regista francese Eric Lartigan, è interpretata con evidente gioia dagli attori, diventando un lavoro via via corale che dipinge con delicatezza e con umorismo sottile il bisogno di affetto degli adulti e dei giovani, la voglia di riscoprirsi in rapporti umani veri e senza pudore che Instagram non può certo sostituire. La verità detta con intelligenza. Da non perdere.