Voci di oggi
Salvatore Sciarrino, Storie di altre storie. Kurt Weill, I sette peccati capitali. Igor Stravinsky, Pétrouchka, versione 1947. Roma, Accademia Nazionale Santa Cecilia.
Salvatore Sciarrino ha 62 anni. Ma le sue Storie di altre storie, per fisarmonica e orchestra, per la prima volta all’Accademia, dimostrano la non-età della musica e, straordinario, di chi la fa. Il passato e il futuro infatti si fanno presente nei tre brani in cui il compositore palermitano riprende da Mozart, G. de Machaut, e D. Scarlatti senza sfigurarli, ma aprendone, per così dire, l’interno del guscio sonoro per estrarne la linfa e farla diventare contemporaneità.
Fuor di metafora, le Sonate di Scarlatti, l’Adagio KV. 356 di Mozart vengono trasformate dal flusso di orchestra e fisarmonica (quest’ultima pregna di sonorità sfumate) così che ne esce un’idea musicale quanto mai viva: nuova. Sono brani da risentire più volte, non perché ostici, ma per la bellezza del colore, la densità armonica: è una musica di oggi, ma non mentale. Si sente che palpita una vita. La quale è più grande dell’intelligenza presa per sé stessa. Penso appunto a Kurt Weill che nel 1933 compone su testo di Brecht i Sette peccati capitali.
Ma Weill sopravanza Brecht, intellettuale troppo ideologico per far dilatare il cuore e, fondendo meravigliosamente ritmi recenti ed antichi, jazz e ballabili, fa sì che la storia di Anna che cerca soldi per farsi una casetta, inseguita dal quartetto ridicolo della “famiglia” diventi una piccola opera lirica di deciso impatto morale e di vibrazione musicale aspra, dura, con delle laminate orchestrali e vocali che lasciano il segno. Come la voce roca, cupa di una grande Marianne Faithfull che, senza isterismi vocali, tratteggia l’aridità del cuore nel mondo borghese ancora attuale. Poi, si sente urgente il bisogno liberatorio del balletto stravinskiano, irridente caustico e vorticoso, con quello stridore patetico rumoroso e ironico tipico del Russo. Ingo Metzmacher ha diretto benissimo l’orchestra ceciliana, sempre elastica nel passare attraverso vari mondi musicali e nel renderne il filo d’attualità che li lega.