Voci di fonte
Il festival teatrale - e non solo - senese ruota attorno al tema dell'identità
Nel ricco panorama di festival estivi già in corso o al via lungo la Penisola, quello senese “Voci di Fonte”, da sempre incentrato sulla scena contemporanea, è diventato negli anni un nuovo punto di riferimento nel panorama teatrale nazionale, un luogo stabile di confronto e sperimentazione creativa, da cui poter spingere lo sguardo fin sulla scena internazionale. Ed è proprio con il progetto europeo Playing identities che l’ottava edizione apre il festival dedicandolo al martinicano Edouard Glissant, scrittore recentemente scomparso che ha incessantemente sostenuto la visione poetica di un mondo creolo in cui i confini potessero essere luoghi di incontro, fusione, ribaltamento fra identità culturali, politiche e sociali in continua traduzione. Identità culturali, creolizzazione e lavoro sono quindi i cardini attorno ai quali ruota la rassegna che presenta un ricco programma di teatro, danza, musica, fotografia, compresi laboratori, premi e incontri.
Per interpretare i fenomeni migratori come, appunto, la creolizzazione, sono stati coinvolti ricercatori ed artisti in un’indagine parallela sul piano sociale e creativo. La visione poetica di Glissant sulla creolizzazione, come nuovo modello di incontro fra uomini e culture, è stata applicata a due distinti processi creativi: da una parte il teatro, in cui artisti di diverse provenienze e origini teatrali hanno negoziato sul palco codici espressivi, pratiche e significati; dall’altro la ricerca nelle scienze umane e sociali, in cui le impostazioni metodologiche si sono confrontate per sviluppare nuovi strumenti concettuali per l’analisi dei fenomeni migratori. Risultato di questo lavoro è lo spettacolo Creole Performance Cycle, una performance itinerante condotta dalla compagnia italiana Balletto Civile, frutto delle residenze artistiche in Romania, Francia, Ungheria, Polonia e Italia: un ciclo di cinque performance nate dall’incontro con artisti trovati sul luogo, con le città che li hanno ospitati, dal confronto con lingue e poetiche diverse.
Può capitare a volte di trovarsi dall’altro capo del mondo e di incontrare in modo inaspettato qualcosa che ci appartiene e che forse avevamo dimenticato. E’ quello che è successo ai due musicisti argentini Javier Edgardo e Natalio Luis Mangalavite, e al casertano Peppe Servillo, cantante e autore degli Avion Travel. Sul “gioco dell’identità” è il loro concerto dal titolo L’Amico di Cordoba.
L’ormai noto attore Ascanio Celestini, che sul lavoro ha incentrato molte delle sue produzioni, è presente con Fabbrica, spettacolo ancora di stringente attualità: la storia di un capoforno alla fine della seconda guerra mondiale narrata da un operaio che viene assunto per sbaglio. In due anni di laboratori in giro per l’Italia, Celestini ha raccolto storie isolate, frammenti di racconti che ruotano tutti attorno al vissuto fisico di questo luogo. Il racconto di Fabbrica è nato come una lettera, l’ultima di tante che l’operaio-narratore ha scritto quotidianamente alla madre, una lettera al giorno per più di cinquant’anni saltandone solo una. È la lettera del giorno della disgrazia che l’ha lasciato segnato nel corpo, ma è anche il lasciapassare per la fabbrica, la causa che l’ha fatto lavorare per tanti anni.
Una performance grottesca dove l’assurdità è presa a paradigma del nostro vivere quotidiano per smascherare le nostre paure più profonde è il tema di Joy di Teatro Inverso diretto ed interpretato da Roberto Capaldo e Davide D’Antonio. Uno spettacolo ludico in una relazione stretta con il pubblico, con il quale si instaura un dialogo fisico ed emotivo, cercato a partire proprio dagli oggetti.
Sonno e materia onirica diventano il campo d’indagine della creazione artistica Sonno di Vincenzo Schino/Opera, spettacolo vincitore del Premio Lia Lapini 2010. All’interno del Festival altri due appuntamenti: la Compagnia dei Girasoli, formata da utenti, operatori ed infermieri dei servizi psichiatrici di alcune zone del territorio, presenterà Silenzio, uno spettacolo che nasce, come consuetudine nel lavoro pluriennale di questo gruppo, dall’improvvisazione e dalla creazione collettiva di personaggi e scene.
A Siena: Fonti di Pescaia | Santa Maria della Scala | Sala Lia Lapini, dal 18 al 24 giugno.