Altre voci al Lido

Follia, furia e poesia. L’edizione 2017 a Venezia presenta altre sorprese. Parliamo di Ammore e malavita, divertissement, surreale, dei fratelli Manetti, che ha fatto centro. Definire il genere del film non è semplice, visto che è una miscela di sceneggiata napoletana, musical, thriller e comicità: una sorta di follia organizzata.
Ma che ha qualcosa da dire. Napoli non è né una Gomorroide, né la città della pizza e del Vesuvio. Ci sono donne forti – Maria e Serena – come quelle raccontate nella storia eccessiva del film “criminale”, tra killer e boss, donne che non si arrendono e che lasciano intravedere una sia pur pallida speranza, con quel tocco di umanità calda molto napoletana.
Non si capisce poi perché ci sia un nuovo film su un delinquente come Pablo Escobar Loving Pablo, che narra ascesa e caduta del re dei narcos, lento e crudele. Javier Bardem, vi si è calato anima e corpo, tentando di capire la doppia personalità di un uomo, buon padre, spietato assassino ed un mito, allora come ora. È ciò che nel film diretto da Fernando León de Aranoa, vorrebbe comprendere anche la giornalista Penélope Cruz. Ma il male, e questo ne è un ritratto feroce, esiste ed ha un suo fascino perverso.
Molto meglio allora un piccolo film italiano di Edoardo Winspeare, La vita in comune, nella sezione Orizzonti. A Disperata, paesino del Salento, si intrecciano le storie di un’umanità variegata. Il sindaco debole e letterato, i consiglieri comunali vogliosi di cementificare la spiaggia per accogliere i turisti, il padre di famiglia che fa il ladro, in carcere si redime e si dedica alla poesia, suo figlio impacciato con le ragazze e soprattutto il fratello immenso, figura caricaturale e simpatica di ladro che sogna papa Francesco, anzi riceve una sua telefonata che lo invita ad amare il prossimo e a proteggere la natura.
Non manca la figura della donna forte, Eufemia, che mette tutti in riga. Fresca e zampillante, la favola poetica dice tante cose sotto il velo di una comicità sorridente, con attori non professionisti straordinari, una delicata pulizia di tocco che non guasta ed è uno dei meriti di un regista colto e sensibile.