Vivere la comunione negli organismi ecclesiali
Un interessante percorso nella Chiesa di Trento. A partire da rapporti personali veri, l’unità cresce e coinvolge laici, presbiteri e consacrati. Antichi e nuovi carismi in dialogo per la città.
Dopo il nostro trasferimento nel 1984 da Torbole sul Garda a Trento siamo stati presenti nelle commissioni diocesane della famiglia e della Caritas e nella consulta dei laici, come rappresentanti del Movimento dei Focolari.
Non è stato sempre facile lavorare dentro questi organismi, ma era importante esserci per essere costruttori di unità. Nel corso degli anni ci sono state moltissime occasioni per costruire tanti rapporti con laici e sacerdoti.
Con i movimenti
Sulla base di questi rapporti, dopo l’incontro di papa Giovanni Paolo II con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità nella Pentecoste del 1998, abbiamo visto sbocciare come un dono la comunione anche a Trento con i vari movimenti presenti in diocesi. Attraverso varie iniziative ci siamo conosciuti, riconosciuti, stimati e apprezzati reciprocamente, pur in presenza di opzioni diverse in campo culturale e politico.
In diocesi, sono ormai 10 anni che nella vigilia di Pentecoste si svolge in cattedrale la giornata dei movimenti e delle associazioni laicali. Il nostro arcivescovo ha detto che è diventata una tradizione e rappresenta un segno di unità per la Chiesa tridentina. Al termine di ogni giornata ci dicevamo: “È un’ ulteriore tappa, non possiamo più tornare indietro, dobbiamo proseguire nella direzione dell’unità”.
Questa esperienza non s’è fermata ai movimenti: anno dopo anno, questo spirito ha riscaldato e permeato anche la consulta diocesana delle aggregazioni laicali (una quarantina tra associazioni e movimenti). In un primo momento i vicari episcopali per i laici si sono fermati a guardare. Poi, man mano che si è costruito con loro un rapporto sempre più profondo, il loro atteggiamento è cambiato, perché si sentivano avvolti da una comunione non solo effettiva, ma anche affettiva.
Erano meravigliati dal modo fraterno di salutarci prima e dopo le riunioni, cosa che non constatavano purtroppo quando si recavano in visita ai consigli pastorali parrocchiali o decanali. Qualcuno di loro diceva sempre: “Sento che voi movimenti avete il dono della comunione”. In varie occasioni poi ci siamo trovati l’uno accanto all’altro a collaborare per il bene della città e della diocesi, perché, come cristiani, tutto ci tocca da vicino, tutto è nostro, in particolare quanto di negativo e di dolore percorre l’umanità.
Da otto anni celebriamo insieme la “Giornata della vita”, per rispondere meglio e insieme alle sfide attuali che sono troppo grandi per ciascun movimento da solo. Sono stati dei pomeriggi speciali, con interventi di notevole interesse culturale. Le testimonianze personali, vere storie eroiche di Vangelo vissuto, sono state il culmine che ha toccato profondamente il cuore dei presenti e sono state anche pubblicate sulla rivista Città Nuova.
Con tutti i carismi
Sull’onda della comunione tra i “nuovi” carismiè nato nel 2003 un cammino di comunione anche con quelli “antichi”. Da anni conoscevamo l’attuale vicario episcopale per la vita consacrata, perché era l’assistente della commissione Caritas. Così il rapporto di comunione costruito con lui si è poi allargato alle segreterie dell’USMI e della CISM, si è alimentata con momenti conviviali e ogni anno si esprime in un incontro che mette in luce la bellezza degli uni e degli altri.
Stando insieme e conoscendoci come figli e figlie delle grandi e storiche famiglie religiose e dei moderni movimenti, gli uni possono donare il loro tesoro di sapienza e di esperienza e gli altri possono offrire freschezza, slancio ed entusiasmo generoso per l’odierna evangelizzazione. L’arcivescovo è particolarmente contento di questa comunione tra carismi antichi e nuovi e ne ha parlato come di un modello alla Conferenza episcopale del Triveneto.
Nel maggio 2004 e 2007 la partecipazione di tutti i rappresentanti dei movimenti e nuova comunità e dei vicari episcopali ai due convegni “Insieme per l’Europa” di Stoccarda ha sigillato ancor di più la fraternità tra di noi. Eravamo più di 11.000 partecipanti di 140 movimenti cattolici, evangelici, anglicani e ortodossi, provenienti da tutta Europa e mossi da una “cultura della reciprocità”, nella quale popoli e individui diversi possano accogliersi l’un l’altro, conoscersi, riconciliarsi, imparare a stimarsi e a sostenersi vicendevolmente. La loro sinergia è stata un’occasione per mostrare la vitalità dell’esperienza cristiana nel mondo di oggi e in particolare in Europa.
L’ultimo incontro
Quest’anno l’incontro fra carismi antichi e nuovi si è svolto al Centro Mariapoli di Cadine, con un numero maggiore di partecipanti. Il biblista G. Vivaldelli, direttore dello Studio teologico accademico, ha svolto un intervento dal titolo: “Gareggiate nello stimarvi a vicenda”, invitando tutti a riflettere su un brano della lettera di san Paolo ai Romani (12, 9-18).
Un breve video, facendo scorrere sullo schermo i nomi delle famiglie religiose e dei movimenti presenti in diocesi con accanto la frase-sintesi dei rispettivi carismi, ha offerto visivamente l’intreccio di comunione degli uni con gli altri. Questo semplice gesto ha suscitato tra i presenti commozione e al contempo gratitudine allo Spirito Santo che, unico fondatore, ha provveduto nel corso dei secoli a suscitare risposte adeguate ad ogni “notte oscura” dell’umanità.
Mons. Luigi Bressan, arcivescovo di Trento, portando il suo saluto, ha sottolineato tra l’altro che “il Signore suscita sempre forme nuove di carismi non negando quelle precedenti” e che “ogni scelta di vita, ogni carisma, perfino la Chiesa, non sono fine a se stessi, ma sempre per il mondo”. Poi ha paragonato questo stare insieme dentro la Chiesa tra carismi antichi e nuovi ad una sinfonia eseguita dai vari strumenti che compongono un’orchestra. Il dialogo, i saluti fraterni e le impressioni tutte positive hanno confermato il clima di profonda comunione creatosi nel corso dell’incontro.
La ricerca della comunione è come un laboratorio che ci vede impegnati a pregare gli uni per gli altri, a condividere difficoltà e dolori, a comunicarci le esperienze positive per godere insieme del progresso del regno di Dio in mezzo agli uomini. Abbiamo compreso che il carisma dell’uno è di utilità e crescita anche per ilcarisma dell’altro e ogni volta ci si scopre fratelli che lavorano per lo stesso scopo nella Chiesa e nella società.