Viva lo Stato che si commuove

La vicenda del povero che aveva rubato 4 euro di wurstel e formaggio diventa il simbolo di una società che si sta forse accorgendo dei “minimi”
Povertà © Michele Zanzucchi 2015

Sarà che il papa non ha peli sulla lingua e che non perde occasione per mettere al centro dell’attenzione i poveri, gli scartati, gli ultimi… Sarà che Internet è un medium che poco alla volta le tradizionali gerarchie delle notizie dettate dalle grandi agenzie internazionali… Sarà che la Terza guerra mondiale a rate sta portando alla ribalta le vittime innocenti dei conflitti…

 

Sarà quel che sarà, ma sta il fatto che sugli schermi e sulle pagine dei giornali i “piccoli” hanno sempre più diritto di cittadinanza. Oggi su tutte domina la notizia di Roman Ostriakov, ucraino trentenne, accusato di avere sottratto ad un supermercato di Genova due pezzi di formaggio e un pacchetto di wurstel, nascondendoli sotto la sua giacca gualcita. S’era beccato 6 mesi, confermati in Assise. Ma la Corte di Cassazione ha ribaltato le sentenze affermando che chi ruba piccole quantità di cibo spinto dalla fame non è punibile.

 

Fior fiore di esperti commentano da par loro la sentenza cercando i distinguo d’uopo: sì, il principio di solidarietà è giusto, ma non bisogna colpire la certezza della pena, se no vedremo i nostri supermercati invasi da gente che per necessità si arroga il diritto di svuotare le scansie del cibo.

 

A noi pare che si debba salutare con convinzione uno Stato che riesce ancora a provare pietà, a fare eccezioni, a condannare i suoi corrotti ma non i suoi poveri, che riesce a commuoversi per i suoi “piccoli”. Sono lacrime che fanno bene a tutti coloro che credono ancora nella giustizia.

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