Viva e silenziosa attesa elettorale in Gran Bretagna
Due visitatori sono venuti recentemente in Inghilterra per un breve incontro di lavoro. Il sabato, sono andati in giro per Londra per scoprire la città. Erano entrambi sorpresi dal fatto che, nonostante nel Regno Unito mancassero solo tre settimane alle elezioni generali, non c’era neanche un manifesto sui muri della capitale. Io non avevo fatto caso alla cosa fino a che loro stessi non me lo hanno fatto presente, e l’unica spiegazione alla quale sono arrivato è che la campagna elettorale è oramai principalmente condotta in televisione e alla radio. Quindi pagare per dei manifesti è considerato uno spreco di denaro.
La conclusione alla quale sono arrivati i due visitatori, ovvero che l’elezione non è di grande interesse per i cittadini votanti del Regno Unito, certamente non è vera. La mia impressione è che c’è più interesse per la imminente elezione di quanto non ce ne sia stato per nessuna delle recenti competizioni politiche.
In Gran Bretagna abbiamo appena avuto un governo di coalizione di conservatori e liberal-democratici, che ha completato il termine massimo di 5 anni.È davvero un evento di notevole rilievo in un Paese dove non c'è mai stato un governo di coalizione a memoria d’uomo. Probabilmente, tuttavia, il partner minore della coalizione, i liberaldemocratici, subiranno pesanti perdite alla conta dei voti, tornando così ad essere un piccolo partito in termini di seggi conquistati.
Nel corso degli ultimi 5 anni sono state principalmente due questioni ad emergere con forza: l'immigrazione e il nazionalismo scozzese ed entrambi questi problemi possono avere una grande influenza sul risultato delle elezioni politiche.
L’immigrazione è da tanto tempo uno degli argomenti di maggiore interesse per la stampa popolare in Gran Bretagna e qualsiasi partito che dimostri di avere delle idee “deboli” al riguardo, sicuramente prenderà pochi voti.
L'ascesa del “United Kingdom Independence Party” (UKIP), le cui politiche principali sono il ritiro dall'Unione Europea e la chiusura delle porte agli immigrati, ha fatto sbilanciare il partito conservatore verso destra.Infatti, nel tentativo di smorzare l’attrattiva elettorale verso l'UKIP i conservatori, in caso di vittoria, hanno promesso di indire un referendum di adesione della Gran Bretagna all'Unione Europea nel 2017. Il Partito laburista ha una linea più moderata per quanto riguarda l'adesione all'UE, ma anch’esso promette di imporre controlli più rigorosi in materia di immigrazione.
Nonostante i cittadini della Scozia abbiano votato contro l’indipendenza lo scorso settembre, una larga maggioranza, il 45 per cento, ha votato a favore e lo “Scottish National Party” (SNP) è molto popolare anche tra coloro che non vogliono l’indipendenza della Scozia. Su un totale di 59 parlamentari scozzesi nel Parlamento di Westminster, ci sono 40 laburisti, 11 liberal-democratici, 6 appartenenti allo SNP, un conservatore e un indipendentista. I sondaggi indicano che lo SNP guadagnerà almeno 30 seggi dai laburisti e 5 dai liberal-democratici. Con quasi 50 parlamentari a Westminster, lo SNP quasi sicuramente manterrà l’equilibrio del potere nel prossimo parlamento. Il loro leader , Nicola Sturgeon, che gode di ampio rispetto, ha affermato che nel caso in cui le cose andranno come previsto, lo SNP userà il potere conquistato a favore degli interessi della Scozia. Questo fatto si rivelerebbe davvero interessante considerando che la popolazione scozzese è inferiore al 10 per cento del totale di quella del Regno Unito.
Per tutte le ragioni elencate, e malgrado la mancanza di manifesti elettorali a Londra, l’elezione del 7 Maggio, sta generando livelli di interesse mai visti nella Nazione intera.
Traduzione in italiano a cura di François Xavier Gray