Vito Dell’Aquila campione del mondo di taekwondo
Non accade esattamente tutti i giorni di potersi fregiare, dopo un titolo olimpico, anche di un titolo mondiale: Vito Dell’Aquila da Mesagne fa eccezione. Dopo le Olimpiadi di Tokyo, arriva per lui anche il titolo mondiale nel taekwondo, per la 58 chili, nella rassegna chiusasi a Guadalajara, in Messico. Il 22enne pugliese, che era già passato alla storia come primo oro azzurro ai Giochi e primo in assoluto nato dopo il 2000, ha vinto il titolo nella notte battendo in finale il coreano Jun Jang 13-4. La sua è anche la prima e unica medaglia italiana ai Mondiali di Guadalajara: per la cronaca, i bronzi sono andati al messicano Brandon Plaza Hernandez e al tunisino Mohamed Khalil Jendoubi. Bravissimo il nostro Vito soprattutto nel non farsi prendere dalla rabbia dopo aver perso sul filo di lana il primo round in finale contro il temibilissimo avversario, battuto poi in rimonta 2-1 (11-12, 13-4, 13-6).
Dell’Aquila aveva battuto nei sedicesimi (2-0) il saudita Riad Hamdi e negli ottavi l’egiziano Mostafa Mansour; poi nei quarti aveva superato 2-1 in rimonta il kazako Samirkhon Ababakirov e in semifinale il messicano e beniamino di casa Brandon Plaza Hernandez (2-0). «Sono contento per me e per l’Italia – le sue parole al trionfo −. Rischiavamo di tornare a mani vuote, pur avendo aspettative pari alla classifica con cui io e Simone Alessio ci siamo presentati (numeri uno del ranking mondiale, ndr). E mi dispiace davvero molto per lui. Ma saprà rifarsi. Questo oro è anche suo, così come di tutti gli altri atleti che hanno preso parte a questo Mondiale. È il risultato del lavoro e degli allenamenti che ogni giorno ci impegnano insieme, spalla a spalla. La dedica è a loro e alla mia famiglia, che stanotte ha dovuto fare le ore piccole per vedermi».
Un percorso pressoché perfetto, culminato con una finale in cui i due atleti non si sono mai risparmiati: il nostro campione dorato conquista inoltre 140 punti nel ranking olimpico e mette nel mirino Parigi 2024. A 22 anni, Dell’Aquila ha praticamente vinto quasi tutto. Nel quadro dei grandi successi mancherebbe solo un successo nel Grand Prix: «Speravo potesse arrivare quest’anno, a Roma, davanti al mio pubblico, ai miei amici, alla mia famiglia – afferma -. Invece purtroppo un infortunio a pochissimi giorni dalla gara ha compromesso la prestazione. Però prometto che mi rifarò». A questo punto dunque, lo stesso Grand Prix diventa obiettivo dichiarato insieme alla suddetta Olimpiade di Parigi 2024.
Più che lecito continuare a sognare, dato che il campione di Mesagne pratica il taekwondo da quando aveva 8 anni, grazie al papà amante delle arti marziali quanto i film di Bruce Lee. Esordiente nella palestra di Roberto Baglivo, maestro di Carlo Molfetta, anche lui di Mesagne e campione olimpico della categoria 80kg a Londra 2012, Vito vinse già nel 2014 i Campionati italiani e poi i Mondiali cadetti, dimostrando il suo pressoché innato talento. La consacrazione internazionale arrivò ai Mondiali 2017 di Muju a soli 17 anni, quando, dopo un cammino meraviglioso, si fermò solo in semifinale contro uno dei migliori atleti dei 54 kg, l’iraniano Armin Hadipour. Vicino al bersaglio agli Europei di Kazan 2018, dove ottenne un altro bronzo, iniziò a preparare il suo corpo al salto muscolare di 4 kg, culminato con la grande svolta di Tokyo. Il resto è già una grande storia, che sembra solo agli inizi.
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