Vita Nuova
Una gigantesca cassa armonica, chiaroscuri celesti, ocra e rossi: suggestioni antiche si fondono con aspetti moderni. Nella cripta della navata centrale della Scala santa di piazza San Giovanni a Roma, Paolo Antonio Simioni ha presentato la Vita Nuova di Dante con un sapiente intreccio di musica cortese, coeva e precedente al lavoro giovanile del poeta fiorentino, eseguita da Giuseppe Paolo Cecere.
Quest’opera di 720 anni segna l’inizio di un genere letterario intimistico che impose l’utilizzo della lingua volgare. Trentacinque poesie e quarantadue brani di prosa hanno come protagonista incontrastato l’amore che illumina e rinnova la vita. Questo sentimento così vario, intenso e universale, è la chiave per condurci alla pienezza dell’eternità. Vinto da un fuoco ardente, Dante rimane conquistato fin dal fiore dell’adolescenza da Beatrice, che incontrerà solo due volte nella sua esistenza.
La passione ha il culmine a 18 anni, dettata da un saluto che l’amata invia al poeta provocandogli una visione ai confini della beatitudine. Dante traspone magnificamente quest’evento descrivendolo come un sogno dalle tinte surrealiste ma, allo stesso tempo, cela questo ardore facendo credere di nutrire un sentimento per altre fanciulle, fino al giorno in cui Beatrice, ingannata lei stessa da questo imbroglio, gli rifiuta il saluto.
Addolorato per la perdita di quell’unico gesto d’intimità, Dante decide di dedicarsi alla lode della gentilissima e inaugura quel dolce stil novo ch’egli rivendicherà come punto di partenza della poesia lirica che distinguerà tutta la sua generazione.
Lo spettacolo di Siomioni e Cecere s’impone come omaggio al padre dell’arte letteraria in occasione della XIII Giornata mondiale della poesia, espressione antichissima e luogo fondante della memoria. Sapiente è la commistione fra le campionature digitali audio che si fondono con il timbro della viella, del liuto e dell’organistrum.
Da non perdere quest’oggi in scena al Teatro Sala uno di piazza San Giovanni in Laterano 14 alle 21,00.