Una vita per l’unità dei cristiani
Dopo la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù, Mosè alza un grande cantico di lode a Dio. In un primo momento questi racconti dell’Antico Testamento sembrano pieni di violenza, di fallimenti personali e collettivi, ma sono anche pieni di fede in Dio che non abbandona mai, che dà la possibilità di ricominciare e di poter cambiare. Mi chiedo: siamo capaci di scoprire anche oggi, tra tutte le sfide, il filo d’oro, l’intervento di Dio o vediamo e ci fidiamo solo di ciò che possiamo fare? Possiamo cantare anche noi un inno di lode per la storia recente, per ciò che accade attorno a noi?
Personalmente ritengo di dovermi raccogliere in un momento di riflessione, fare mente locale e vedere per cosa posso lodare Dio! Vengo dalla Germania dell’Est e mai ho pensato che il muro di Berlino potesse cadere e che cadendo ci avrebbe dato la libertà: “Potente è la tua mano, Signore”! Ora da diversi anni posso vivere in Italia.
Fin da giovane faccio parte dei Focolari. Per incontrare i giovani del Movimento, Dio mi ha fatto spostare a Lipsia per lo studio. Sono luterana e un punto fondamentale della spiritualità del Movimento dei Focolari è la vita della Parola di Dio. Fu una scoperta enorme: la vita non era più divisa tra la domenica e il resto della settimana, tutto prendeva un colore diverso. La cosa più piccola e quotidiana aveva un valore grandissimo. Le differenze dottrinali non avevano più la forza di dividerci.
Per essere sincera, non è stato sempre facile. La maggior parte degli aderenti al Movimento dei Focolari sono cattolici e a un certo punto avevo l’impressione che potessimo stare insieme solo tramite compromessi e, ovviamente, a doverli fare ero io. Nello stesso tempo avvertivo che Dio mi chiamava a dare la mia vita proprio per l’unità dei cristiani. Mi sono buttata in quest’avventura, sicura che Dio sarebbe stato dalla mia parte. Ormai sono passati alcuni decenni e posso dire che condividere una vita ricca di sfide e di gioie con cristiani di varie Chiese è stato ed è sempre un grande arricchimento. Se facciamo partecipi l’altro della nostra intimità con Dio, sperimentiamo una presenza, un’unità che va oltre la Chiesa istituzionale e le difficoltà umane che incontriamo: “Potente è la tua mano, Signore”!
La domenica si va in chiese diverse, è un grande dolore non poter ricevere insieme l’eucaristia. Dobbiamo pregare ancora di più e chiedere alle Chiese di fare grandi passi avanti, di trovare delle vie nuove, senza negare le differenze, senza appiattire, ma esprimendo le ricchezze della propria tradizione come dono per le altre. Sono contenta che le nostre Chiese l’abbiano dichiarato nuovamente a Lund, in occasione della storica celebrazione congiunta tra cattolici e luterani, il 31 ottobre 2016, presieduta da papa Francesco e dal vescovo luterano Younan.
La preghiera collettiva svoltasi a Lund, che ha aperto la commemorazione del quinto centenario della Riforma protestante, ha dato uno slancio inaspettato all’ecumenismo, in particolare in Italia.
Il presidente della Federazione delle Chiese evangeliche dell’Italia, Luca Maria Negro, ha definito il 2018 cruciale, fondamentale perché “dovrebbe – finalmente! – essere l’anno di nascita del tanto atteso ‘tavolo permanente di consultazione’ delle chiese cristiane in Italia. Cattolici, protestanti e ortodossi in Italia dovrebbero dar vita a questa struttura ecumenica proprio pochi giorni dopo la fine della Settimana di preghiera. […] Pregheremo che il Signore … ci aiuti a renderGli finalmente, anche nel nostro Paese, una testimonianza ecumenica unitaria”. Veramente possiamo cantare con tutto il cuore: “Potente è la tua mano, Signore”!
Nel 2018 ci sono anche altri motivi per ringraziare Dio: per il cammino del dialogo e la testimonianza cristiana mondiale. Nei primi giorni di questo mese il Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC), fondato il 22 agosto del 1948 per promuovere il dialogo e la riconciliazione tra i diversi cristiani, ha iniziato le celebrazioni del suo settantesimo con una funzione nella Chiesa metodista a Pechino (Cina). Oggi il CEC è formato da 348 chiese, è preesente in 110 paesi e rappresenta circa 500 milioni di cristiani.
La preghiera e la vita per l’unità dei cristiani potrebbe sembrare superata. Ci sono altre sfide di cui occuparsi: la tutela del creato, le ingiustizie sociali, i migranti spesso lasciati soli, la paura seminata dal terrorismo. Ma a libertà è un seme per la pace.
Non è tanto facile dimostrare a questo mondo di oggi che la pace è possibile, ma nel nome di Gesù, con la nostra testimonianza possiamo farcela, ma è possibile solo se riusciamo a portare la pace tra noi. Se noi accentuiamo le differenze, siamo in guerra tra noi e non possiamo annunciare la pace. La pace è possibile a partire dal fatto che Gesù è il Signore e dalla nostra evangelizzazione in questo cammino di unità. È possibile poichè desideriamo essere una diversità riconciliata. Ecco, queste parole non dobbiamo dimenticarle, ma dirle tutti: diversità riconciliata. “Potente è la tua mano, Signore” – mi auguro che anche questa settimana di preghiera per l’unità sia una testimonianza di riconciliazione e di pace per tutta l’umanità.