Vita consacrata in Europa

Diario quotidiano della 75ma assemblea dell'Unione dei Superiori Generali (USG): «L'Europa interpella la vita consacrata:  situazioni e implicanze».
Assemblea USG 2010 1
(26 maggio). Si sta svolgendo, presso il Salesianum in via della Pisana a Roma, la 75ma Assemblea della USG, sul tema della vita consacrata in Europa: «Una realtà stupenda – ha detto don Pascual Chavez V., sdb, rettore maggiore dei Salesiani e presidente della USG – se pensiamo che qui è nata la vita consacrata, così come la conosciamo, qui si è sviluppata in modo ammirevole e da qui si è propagata, come la Chiesa, in tutto il mondo».
 
La presentazione della vita religiosa in Europa è stata svolta dalla giornalista Isabelle De Gaulmyn, capo-servizio Religione a La Croix a Parigi, a partire dal posto che la vita religiosa ha nell'universo comunicativo e dal punto di vista di un contesto secolarizzato, come quello francese, che esprime le tendenze del continente. La visibilità esterna della vita religiosa e la sua identità interna, il tema di fondo per una più consistente e veritiera relazione tra i due aspetti.

 

Le relazioni di Mauro Joehri, ofmcap, su «Vita Consacrata di fronte all'Europa contemporanea», di Emili Turù, fms, su «Stabilità, creatività, non fuga», e di Adam Zak, sj, su: «L’Europa Orientale interpella la vita consacrata: situazioni e implicazioni», hanno chiuso i lavori del pomeriggio. Poi, il lavoro dei gruppi, molto ricco.

 

Nel mio gruppo di lingua italiana, dove hanno partecipato diversi superiori generali, è stato molto proficuo lo scambio ed è risuonato molto forte questo invito: in una società che ormai è profondamente cambiata rispetto a quella delle nostre fondazioni lasciamo le identità sociologiche delle nostre origini e andiamo all'identità nostra più autentica, la Parola di Gesù.

 

«È Gesù stesso la nostra “forma” – diceva il consigliere generale dei Teatini -. Ognuno di noi è una Parola di Dio viva. Valorizziamo i segni positivi della Speranza: i laici, la comunione. Prendiamo il positivo che nella nostra cultura evidenzia i valori dell'individuo e della comunione: nell'annuncio del Vangelo sempre così si è fatto e si farà». Mi sembrava una risonanza molto forte del pensiero di Chiara Lubich sui carismi della vita consacrata.

 

 

 

 

(27 maggio). Il momento centrale è la relazione del sociologo Mauro Magatti: «La fede speranza per l'Europa?». In una società fondata sul diritto al piacere individuale, una società del Capitale con con le sue fragilità, gli equivoci sui valori, Magatti assegna ai religiosi tutti i compiti antropologici valoriali, come l'unità, la verità, l'essere accanto ai deboli, agli abbandonati, il dialogo tra culture, persino la democrazia e l'iniziativa dell'individuo.

 

I religiosi sono una realtà indispensabile per l'Europa, perché continuano a rendere visibile lo spirito di comunione che è l'unica via per rendere vivibile, e degna di essere vissuta, la vita insieme.

 

 

 

 

(28 maggio). Due i temi importanti dell'ultimo giorno. Il primo, espresso dagli interventi di Judith King, irlandese, e di Anna Sarrate, della Spagna: la presenza e la vitalità dei movimenti di laici e laiche che con decisione assumono e vivono il carisma di un istituto religioso in Europa. Sono stati considerati alcuni aspetti: il significato di tale esperienza, le conseguenze missionarie, istituzionali e pastorali, i rapporti dentro la compagine ecclesiale.

 

Il secondo, proposto dal vicedirettore dell'Osservatore Romano, Carlo di Cicco: l'importanza dell'informazione nella Chiesa, la sua pluralità di voci, un assetto corrispondente alle esigenze del Vaticano II. Egli ha rilevato come sia fondamentale che la vita consacrata stia dalla parte della gente, per farsi capire e far accogliere il proprio messaggio, perché nell'età del denaro la vita religiosa non venga confusa con il potere. È chiara la linea di Papa Benedetto XVI, ribadita da Di Cicco: la Chiesa sta positivamente a favore di tutte quelle esigenze di verità, giustizia e pace che emergono nella società. Invece che interpretare gli eventi secondo le teorie del complotto, occorre verità evangelica e semplicità di cuore, correggere quanto va cambiato, anzi prevenire operando positivamente il bene al proprio interno e verso la società globale.

 

Don Pascual Chaves, sdb, al termine dell’assemblea ha raccolto le varie indicazioni emerse nel dialogo dei gruppi e nelle domande ai relatori, seguendo la linea della fedeltà alla missione della vita religiosa in Europa oggi negli aspetti educativi e di testimonianza. Per giungere a conclusioni significative per la Chiesa e le varie famiglie religiose questo tema sarà al centro della prossima assemblea dell'USG, prevista per il prossimo novembre 2010.

 

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