Visionari al Teatro dell’Orologio

Nel teatro romano le selezioni per il Kilowatt Festival si svolgono sotto gli occhi di tutti. Il teatro torna a dialogare con la città e nel cuore della notte apre le porte al pubblico di Roma
Teatro dell'Orologio a Roma

Kilowatt Festival (http://www.kilowattfestival.it/), il Festival del teatro di San Sepolcro, è giunto alla sua decima edizione. Il bando di partecipazione quest’anno prevede un invitante premio in denaro, destinato a sostenere la compagnia vincitrice nella produzione dello spettacolo. Lo spettacolo verrà presentato durante le serate del Festival che si svolgerà ad Arezzo nel mese di luglio e poi inserito nel cartellone del Teatro dell’Orologio di Roma in autunno. I 10 mila euro messi in palio dal bando di produzione Ne(x)twork saranno assegnati da una giuria composta da 24 intrepidi visionari, che saranno chiamati ad assistere alla presentazione dei lavori delle 12 giovani compagnie in concorso e scegliere il lavoro più meritevole.

I primi quattro lavori presentati al Teatro dell’Orologio sotto forma di studio della durata massima di 30 minuti hanno attraversato  diversi percorsi espressivi del teatro, regalando una campionario eterogeneo di esperienze e visioni. Dal teatro di narrazione della compagnia Dionisi di Milano con Potevo essere io, alla performance di video-arte e danza Iperrealismi della compagnia Helen Cerina di Pesaro, i membri della giuria hanno avuto modo di assistere a performances molto diverse tra loro, ma tutte legate da una tensione verso il superamento dei codici del teatro consueto e la ricerca di una fusione di linguaggi.

Niente di nuovo fin qui. Se non che i 24 intrepidi visionari non sono attori, registi, drammaturghi, studiosi di teatro, critici, addetti ai lavori. I 24 membri della giuria popolare sono impiegati, casalinghe, insegnanti, studenti e persino rappresentanti del sindacato dei ferrotranvieri. Spettatori puri, per così dire, non contaminati da estetiche né da scuole, ma vestiti semplicemente  di viva passione e di curiosità febbrile per il teatro.

Walter, responsabile marketing di un’impresa che lavora nel settore delle energie rinnovabili, ride di cuore e commenta ad alta voce, batte le mani a scena aperta e si concede a facili entusiasmi. Stefania, architetto e insegnante, guarda con attenzione e prende posizione senza falsi pudori o ipocrisie di circostanza. Un pubblico nuovo, sfacciatamente libero, che non vuole compiacere né deve ammiccare, che può fino in fondo concedersi il lusso di ascoltare, solamente. Un ascolto vivo, di tutti i sensi.

L’inusuale attività  isionaria infrange le regole del teatro educato persino nell’orario della programmazione: dalle 23 fino a notte inoltrata, quando il teatro si svuota del suo pubblico consueto, i 24 spettatori d’eccezione si aggirano con la cartellina informativa e la penna per prendere appunti, con occhi, orecchie e cuori spalancati occupando gli spazi dell’Orologio, le sale, il foyer, le scale d’accesso.

È una visione confortante, vedere la città che si appropria nuovamente del teatro, che lo vive non come parentesi di intrattenimento, ma come luogo di incontro e scambio, di dialogo e confronto. Al di là dell’esito dell’esperimento, che si concluderà con l’ultima sessione di lavoro il 4 maggio e che vedrà decretare la compagnia vincitrice del bando, l’operazione mette in campo nuove energie e crea una rete nuova di interesse attorno al teatro, liberandolo dalla sua dimensione troppe volte autoreferenziale.

Prossimi appuntamenti: 4 maggio ore 23. Ingresso Gratuito

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