Violenti scontri all’aeroporto di Donetsk
Durante la settimana appena passata, le truppe filo-russo hanno continuato ad aumentare progressivamente le loro attività. Il punto più caldo delle azioni di guerra rimane l’aeroporto di Donetsk.I bombardamenti periodicamente si indirizzano alle postazioni ucraine nella zona di Avdiivka e dell’aeroporto. Il 18 gennaio si è registrato un attacco di massa da parte dei ribelli all'aeroporto di Donetsk, forse gli scontri più violenti da quando è stata firmata la tregua. Gli assalitori hanno utilizzato l'artiglieria pesante. L'esercito ucraino ha risposto con un sostegno d'artiglieria ai difensori dell'aeroporto.
L’aeroporto è chiuso dallo scorso maggio, quando sono cominciati gli scontri tra ribelli ed esercito ucraino: fino a quel momento aveva un traffico di circa un milione di passeggeri l’anno. Oggi è completamente in rovina: alcune riprese dall’alto mostrano gli enormi danni che ha subito negli ultimi mesi, tra cui anche alcuni crateri di bombe. L’aeroporto si trova in un punto strategico, a poca distanza dal centro di Donetsk, città che i ribelli considerano la loro capitale. Quello che resta dell’aeroporto ha assunto anche un valore simbolico per entrambi gli schieramenti.
Inoltre, in seguito ai bombardamenti sono stati colpiti anche gli impianti della fabbrica di carbon coke di Avdiivka (non meno di dieci esplosioni tra mercoledì e venerdì). Nella notte tra sabato 17 e domenica 18 gennaio l’aeroporto è stato poi bombardato violentemente. Alcuni colpi sono caduti nel centro della città, come hanno mostrato alcune fotografie di buchi creati dai proiettili nel ghiaccio che ricopre il fiume Kalmius.I militari ucraini domenica hanno subito perdite ingenti.
Si registra così un brusco aumento nel numero delle postazioni militari filo-russe. Nel corso degli ultimi giorni, in effetti, dal territorio russo è stato introdotto un gran numero di munizioni di vario calibro e di sistemi missilistici "Grad". Alcuni temono che si stia preparando un attacco di massa, oppure che si stia preparando una base di forza per le prossime trattative che dovrebbero aprirsi ad Astana.
Ieri, 18 gennaio, nella capitale ucraina Kiev, diverse migliaia di persone hanno partecipato a una marcia “Je suis Volnovakha” per commemorare le vittime dell'attentato di Volnovakha, dove il 13 gennaio un bus civile è stato bombardato dall'artiglieria dei filo-russi, provocando 13 morti e 17 feriti, e per dire di no all’intervento russo nell’Est. «Noi vinceremmo la nostra lotta per la pace», ha detto il presidente Petro Poroshenko in un discorso ieri in Piazza d’Indipendenza, la Majdan. «Noi non ci arrendiamo e non permetteremo smembramento del nostro Paese», ha aggiunto, lodandoil coraggio dei soldati nella battaglia per l'aeroporto di Donezk.
I separatisti filo-russi accusano le truppe governative di sparare con i carri armati e l’artiglieria pesante. Diverse parti della città di Donetsk sono state prese di mira, comprese le aree del centro della città. I ribelli avevano sostenuto sabato scorso di aver messo l'aeroporto sotto il loro controllo, ma il portavoce militare ucraino Andrei Lysenko ha smentito. «Le nostre forze controllano l’aeroporto di Donezk che ha una importanza strategica», ha detto Lysenko ai media, anche se ha ammesso che la situazione è molto difficile nello scalo. Il ministero della Difesa ucraino ha annunciato che tre soldati sono stati uccisi nei combattimenti nell’aeroporto e più di 30 sarebbero i feriti. Almeno due civili sono stati uccisi nella zona dei combattimenti.
Secondo gli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), la situazione nel Donbass è notevolmente peggiorata nonostante il cessate il fuoco. Venerdì scorso i negoziati di pace nella capitale bielorussa Minsk sono falliti. Una nuova data non è stata stabilita.
In un commento per il Frankfurter Allgemeine Zeitung, il presidente Poroshenko ha chiesto solidarietà per il suo Paese: «Se l'Ucraina lotta per la democrazia, tutti gli europei avrebbero bisogno di essere un po’ ucraini oggi». L'unità dell'Unione europea nella disputa con la Russia dimostra che «la spina dorsale dell'Europa è troppo forte per essere diffratatta da perdite economiche».
Lo stesso presidente russo Vladimir Putin ha espresso la sua preoccupazione per la recente escalation di violenze in Ucraina. Mentre il segretario generale dell'OnuBan Ki-moon ha chiesto la fine delle ostilità, «turbato dalla grave escalation dei combattimenti». Nei combattimenti dall’inizio di aprile fino ad ora più di 4700 persone sono state uccise nel conflitto ucraino. Centinaia di migliaia sono invece in fuga.