Vietato sbagliare, vietato comunicare
Il calcio italiano tra esoneri, ultrà, nuove regole.
Il calcio italiano ha fatto 13! Una volta erano gli scommettitori a tentare la fortuna: oggi gli allenatori. Il tecnico laziale Ballardini è il tredicesimo allenatore di serie A (su 20) a venire esonerato in questa stagione.
Gli affari sono affari. Ed il calcio, si sa, è un affare. E quando gli affari vanno male qualcuno paga. È abitudine che in questi casi il conto lo paghi l’allenatore, visto che l’arbitro che ti ha fatto perdere non si può licenziare. Anche se la tentazione, in merito, si fa sempre più forte: il presidente del Palermo vorrebbe che gli arbitri fossero dipendenti della Lega calcio, da cacciare “se non si comportano bene” (e chissà cosa vuol dire “se non si comportano bene”)! Sotto le finestre dei presidenti delle squadre di calcio, ad incalzarli, sono minacciosamente assiepati i tifosi (diventa sempre più difficile chiamarli così) che reclamano successi e che, se i successi non arrivano, ricorrono ad insulti e spranghe: Capello, oggi commissario tecnico della nazionale inglese, elogia il calcio d’Oltremanica e dichiara che invece molte nostre società sportive sono ostaggio dei tifosi ultras che impongono ai presidenti i loro voleri. Qui negano, ma resta il fatto che molti presidenti pretendono che la squadra, il loro giocattolo, funzioni e sia vincente. Se no, perché dovrebbero tirare fuori tanti soldi?
L’equivoco nasce da una sconsiderata equazione: compero e pago tanto i giocatori, pago tanto l’allenatore, dunque vinco. Sembra che ci siamo tutti dimenticati che il calcio invece è un’arte, e non solo per chi calcia la palla, ma anche per chi allena e manda in campo una squadra. L’arte dell’allenatore presuppone talento al pari di impegno, intelligenza al pari di competenze tecniche. Conoscere i propri giocatori, dal punto di vista pedatorio come dal punto di vista caratteriale, saperne scoprire le qualità e individuarne i difetti è solo il primo passo e richiede tempo ed esperienza.
Trasformare poi il gruppo in una squadra è davvero un’arte: in un gradevole saggio Giampaolo Montali, tecnico del volley dal palmares invidiabile oggi manager della Roma (che la striscia di risultati positivi confermi la sua mano?), intitolato Scoiattoli e tacchini, spiega che nei team sportivi (come nelle aziende) ci sono più tacchini che scoiattoli. I leader, categoria a cui appartengono di diritto gli allenatori di calcio, si rendono conto spesso che, purtroppo, i mediocri, i tacchini, a loro disposizione sono molto più numerosi dei fuoriclasse, gli scoiattoli. Valorizzare al meglio le qualità delle risorse umane a disposizione, aiutarle a crescere ed a pensare in grande, sviluppare la convinzione nei propri mezzi, individuare e correggere i difetti, creare un clima costruttivo, sono aspetti che si costruiscono in una politica fatta di piccoli passi e con attenzione al dettaglio.
Esattamente quello che oggi gli allenatori non hanno il tempo di fare, incalzati dall’urgenza di fare risultato e farlo subito. Il fatto di dover pagare comunque l’allenatore esonerato non è un deterrente. Conquistare un posto in Champions League vale ben più di uno stipendio sprecato!
Nel frattempo, forse per distogliere l’attenzione dalla spudorata caccia al business, di certo per mostrare una parvenza etica, il mondo italiano del calcio ha intrapreso un’esemplare azione moralizzatrice in due punti. Il primo: gli arbitri puniranno con un cartellino rosso chi bestemmia in campo. Chissà se gli arbitri, che già hanno il loro bel da fare per dimostrare ogni domenica la loro imparzialità di fronte alla moviola che li massacra analizzando per ore ciò che loro devono decidere in pochi secondi, avranno anche tempo di ascoltare ed interpretare anche le esclamazioni dei giocatori: saranno poi ammesse le smentite da parte dei presunti bestemmiatori? Il secondo: si è anche deciso che chi mostrerà delle scritte “sottomaglia”, di carattere politico o religioso verrà multato. Non vedremo più t – shirt bianche dunque con messaggi come “Gesù è la verità” o “Maria ti amo alla follia”? Il provvedimento non precisa se siano ammesse scritte nel “sottocalzoncini” o esposte con cartelli luminosi o con scritte col pennarello su un cartoncino…