Roma, il papa sceglie Angelo De Donatis
È stato il più votato su un totale di 400 voti, anche se risultati ufficiali il vicariato di Roma non ne ha mai forniti, alle “primarie” indette da papa Francesco per scegliere il successore del cardinal Vallini alla guida della diocesi. A dir la verità, il giorno prima dell’annuncio ufficiale era circolato il nome di un altro vescovo, ma Bergoglio ci ha abituato alle «sorprese dello Spirito» e ha scelto il vescovo Angelo De Donatis.
Chiunque lo conosca ne parla bene e, dal tono della voce e dai contenuti espressi, si comprende non siano parole di circostanza.
«L’ho conosciuto in seminario ‒ racconta don Roberto Cassano, oggi parroco a San Paolo della Croce nel quartiere romano di Corviale ‒ e posso dire che è un uomo santo, di preghiera, spirituale, gioioso, semplice, di compagnia che sa sempre vedere con leggerezza anche i fatti più seri. Questo perché ha la certezza che di fronte a Dio tutto si risolve. Gli si può raccontare qualsiasi problema, ne valuta l’importanza, ma vede sempre l’aspetto positivo».
Don Angelo De Donatis è stato vice parroco a San Saturnino dal 1983 al 1988 e Ugo Giudici, sin da allora, lavora nella segreteria e lo ricorda come «una persona squisita e alla mano».
Giorgio Sorcini, oggi ingegnere, negli anni ’80 era uno studente universitario. Don Angelo ispira un gruppo di studenti che anima la vita della parrocchia e segue i ragazzi più giovani. «Sapeva dare fiducia, delegare ‒ spiega Giorgio Sorcini ‒ e, allo stesso tempo, ci sosteneva e ci sentivamo tranquillizzati. È stata un’esperienza molto formativa». Il gruppo universitario esiste ancora e si riunisce con «don Angelo» presso il convento benedettino di Montefiolo, anche se «da quando è diventato vescovo, molto raramente». «Lo considero ‒ continua Giorgio ‒ ancora il mio padre spirituale. È una persona dallo sguardo profondo, che scava dentro, non lascia indifferenti e nell’incontro personale sa far aprire i cuori. Indimenticabili restano i campi scuola estivi a Santa Maria di Leuca, in Puglia, che si concludevano con una grande mangiata finale a casa sua, a Casarano, nel Salento. Dalla mistica passavamo alla mastica». «Alla fine ‒ conclude Giorgio ‒ tutto il cristianesimo è l’incontro con una persona, con Gesù. Se devo dire due caratteristiche di don Angelo sono: accoglienza e misericordia».
Nel suo primo discorso dopo la nomina – il mandato comincerà dal 29 giugno – mons. Angelo De Donatis ha ricordato che papa Francesco una volta scherzosamente disse che: «Solo se si hanno seri problemi psichiatrici si può aspirare a diventare papa! Ecco… riguardo al diventare vicario di Roma, vi assicuro che io non ho mai avuto di questi problemi psichiatrici!».
Non un carrierista, né un uomo di potere, ma un vero padre spirituale che sa ascoltare, accompagnare, sorridere della vita perché posta sotto lo sguardo dell’amore di Dio.
«Sono chiamato ‒ ha spiegato De Donatis ‒ in particolare a custodire e promuovere la comunione ecclesiale. Questa comunione è il frutto più bello della misericordia. Possiamo riscoprirci figli amati da sempre da Dio, fratelli che hanno in comune l’esperienza della debolezza e della Grazia. Siamo e saremo sempre dei misericordiati!».
Un recente biglietto, ricevuto per Pasqua da papa Francesco gli ricordava che due sono le cose da tenere bene a mente per un vescovo: «l’autorevolezza consiste nell’amore, la forza di persuasione nel martirio».
Una frase che soleva ripetergli il cardinal Poletti sembra il suo programma: «Angelo, ricordati che la diocesi, la nostra diocesi, non è una macchina da far camminare ma una famiglia da amare».
Nato il 4 gennaio 1954 a Casarano – provincia di Lecce e diocesi di Nardò-Gallipoli -, ha compiuto gli studi filosofici alla Pontificia Università Lateranense e quelli teologici presso la Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito la licenza in Teologia morale. È stato ordinato sacerdote il 12 aprile 1980 per la diocesi di Nardò-Gallipoli e dal 28 novembre 1983 è incardinato nella diocesi di Roma. Nominato vescovo titolare di Mottola il 14 settembre 2015, è stato ordinato vescovo il 9 novembre 2015 in san Giovanni in Laterano, per l’imposizione delle mani di papa Francesco, co-ordinanti il cardinal Vicario Agostino Vallini e il cardinale Beniamino Stella, prefetto della congregazione per il clero.