Vibo Valentia, acqua ancora contaminata

Il sindaco D’Agostino: le nuove analisi confermano la non potabilità. E annuncia la riduzione delle tariffe per ridurre i disagi della popolazione
acquedotto

Limpida di mattina, marroncina qualche ora dopo. Se qualcuno aprendo il rubinetto e osservando il liquido che scorre avesse ancora dei dubbi, il sindaco di Vibo Valentia provvede a fugarli tutti: l’acqua della città non è ancora potabile. Lo hanno appurato le ultime analisi effettuate, nei giorni scorsi, dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Calabria, l’Arpacal.

Il primo cittadino Nicola D’Agostino non si sbilancia troppo perché, spiega, i dati non sono ancora ufficiali. Tuttavia, una certezza c’è: «l’acqua non è potabile. C’è una possibile presenza di batteri, in queste condizioni non posso ritirare l’ordinanza che ne vieta l’uso a fini alimentari ed umani», in barba alle analisi effettuate dalla Sorical, la società mista che gestisce l’acquedotto, che – invece – è sicura della potabilità dell’acqua.

 

Sindaco, ma com’è possibile che da quasi due mesi non si riesca a risolvere questo problema?

«Il 4 gennaio ho emesso l’ordinanza che vieta l’utilizzo dell’acqua perché la Procura della Repubblica ha sequestrato il serbatoio Tiro a segno e, finora, non è stato possibile revocarla. Successivamente sono state effettuate nuove analisi e il 18 gennaio è stato chiesto il dissequestro del serbatoio, finalizzato alla sua pulizia e alla sua sistemazione. Il 24 gennaio c’è stato un dissequestro parziale e la Sorical ha dato la propria disponibilità per effettuare le operazioni di pulizia. Tuttavia, la sistemazione fatta non è stata del tutto soddisfacente».

 

In che senso la pulizia effettuata dalla Sorical non è stata del tutto soddisfacente?

«Perché i risultati delle successive analisi che sono state eseguite dall’Arpacal, pur non essendo ancora stati ufficializzati, non sembrano tranquillizzanti in quanto rivelerebbero una presenza di batteri nell’acqua».

 

Quindi si ricomincia daccapo. Eppure, stando alle analisi effettuate dall’Istituto superiore di sanità per conto della Sorical l’acqua sarebbe potabile…

«Evidentemente la Procura della Repubblica non la pensa allo stesso modo. Probabilmente tutti dicono una cosa giusta. La Sorical dice una cosa giusta quando afferma che le acque in entrata e in uscita dai serbatoi sono pulite, ma dice pure che le analisi non si effettuano al loro interno. La Procura, invece vuole verificare la qualità dell’acqua anche all’interno dei serbatoi. Il Comune pure agisce correttamente quando vieta l’utilizzo dell’acqua, senza avere certezze sulla sua potabilità. Noi abbiamo anche un altro problema, relativo all’Alaco, il lago dal quale attingiamo l’acqua, che a detta degli esperti non ha caratteristiche ottimali ed è ricco di ferro e manganese. Per questo motivo si trovano nella stessa situazione di Vibo Valentia anche altre cittadine, questo significa che esiste un problema comune, di difficile risoluzione».

 

Cosa direbbe alla popolazione per rassicurarla e per fare finalmente chiarezza, quando enti diversi e ugualmente autorevoli danno informazioni tanto divergenti?

«Purtroppo, in casi come questi fare chiarezza non significa rassicurare la popolazione perché l’acqua non è ancora potabile. Noi comunque, continueremo ad essere attenti alla salute pubblica, senza fare sconti a nessuno. La revoca dell’ordinanza ci sarà soltanto quando saremo sicuri che non ci sono più pericoli. Lei parla di enti che danno informazioni divergenti ma questo non significa necessariamente che, ad esempio il Comune e la Sorical, siano parti avverse. C’è una uguale voglia di fare chiarezza, ma purtroppo adesso abbiamo un’acqua che non è buona. Ai miei concittadini chiedo ancora un po’ di pazienza. Per ogni necessità, soprattutto i più bisognosi, possono rivolgersi al Comune. Noi stiamo lavorando per loro. Ce la stiamo mettendo tutta Abbiamo predisposto la consegna a domicilio dell’acqua per anziani e diversamente abili, abbiamo predisposto luoghi per l’approvvigionamento. Speriamo inoltre di ricompensare i disagi che la popolazione sta vivendo riducendo le tariffe, anche se sappiamo che i cittadini preferirebbero riavere finalmente l’acqua potabile».

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