Viaggiando il Paradiso di Chiara
«Adesso devi illustrare il Paradiso di Chiara». Questo richiamo aveva sentito dentro di sé Michel Pochet, il 30 dicembre 2018. Aveva appena ultimato un lavoro durato 7 anni, il cui intento era stato di rendere testimonianza della sua esperienza artistica con Chiara Lubich. Riflettendo su questa, aveva preso ancora maggiormente coscienza di quanto fosse stato segnato e plasmato per anni dal rapporto con centinaia di artisti, pure molto diversi tra loro, tra i quali Picasso, Malévitch, Rembrandt, Leonardo da Vinci… Ognuno di essi l’aveva arricchito, tanto che ora li ritrovava dentro di sé e, volendo raccontare la sua storia, non poteva fare a meno di interpretare delle loro opere.
È la luce del carisma dell’unità, messagli nel cuore sin dall’estate del 1959, che l’aveva reso sempre più sensibile alla bellezza e il suo seguire Gesù, quale primo focolarino francese, l’aveva condotto poi anche a viaggiare in diversi continenti, dove il suo ricco mondo/museo interiore si era ulteriormente allargato.
Tutto questo patrimonio di esperienze artistiche l’aveva poi raccolto, con le interpretazioni dei quadri di questi grandi, in un libro dal titolo significativo Autoritratto da pittore. Quel 30 dicembre Pochet aveva messo il punto finale a questa sua originale testimonianza, tanto da pensare di aver compiuto la sua opera e che ormai avrebbe anche potuto smettere, nunc dimittis… È a quel punto che aveva colto invece la richiesta di Gesù di “illustrare il Paradiso di Chiara”.
Gli erano venute le vertigini, ma si sentiva anche pronto, preparato da anni di vita evangelica e di ricerca artistica. Aveva pure elaborato a lungo un suo “linguaggio” genuino, che ora avrebbe potuto adoperare, mettendolo al servizio dell’esperienza mistica vissuta da Chiara Lubich, Igino Giordani e il primo gruppo dei focolarini durante l’estate 1949 tra le montagne del Trentino. Per approcciare la profondità di questa esperienza consigliamo la lettura di L’unità – uno sguardo dal Paradiso ’49 di Chiara Lubich (Città Nuova 2021).
Di essa Chiara stessa aveva scritto: «Avemmo l’impressione che il Signore aprisse agli occhi dell’anima il Regno di Dio, che era fra noi: la Trinità che abita in una cellula del Corpo mistico». E ancora: «Ogni ora era uno svelarsi di misteri lievi e soavi come il Paradiso, logici e progressivi come la vita. E di questi misteri ne vivemmo a centinaia ed in ognuno era una visione tutta nuova del Cielo in noi ed attorno a noi».
Nei giorni seguenti Michel aveva preso in mano il racconto di Chiara, del quale molti testi da anni lo abitavano già, e ogni volta che gli veniva in mente un’immagine ne faceva uno schizzo. In 4 mesi aveva trasformato i 45 schizzi in altrettanti quadri, una grazia davvero singolare. Quando si trovava in difficoltà nell’illustrare un testo, chiedeva a Chi gli aveva comandato l’opera di dargli una mano e trovava una soluzione. In seguito ha ancora completato la serie con altri quadri illustranti alcuni momenti salienti di quel singolare viaggio, che non potevano mancare.
Le impressioni lasciate nel libro d’oro della recente mostra a Napoli dicono in modi vari che l’artista è riuscito nel suo intento di tradurre in immagine quanto Chiara Lubich aveva visto con gli occhi dell’anima. Scrive un non credente: «Lascia immaginare Dio anche a chi non crede in Dio», e un’altra persona: «L’arte ci avvicina sempre al Paradiso, ma qui è un “surplus”»; Donatella Trotta poi, sul quotidiano di Napoli Il Mattino: «I quadri di Michel diventano un veicolo speciale per rendere partecipe chiunque di quell’esperienza mistica, che non è di certo riservata al piccolo gruppo che l’ha vissuta in prima persona, ma è destinata a ciascuno che attraverso l’arte di Pochet può avere l’opportunità di assaporare un’esperienza di profonda suggestione e interiorità».
Si può acquistare il catalogo della mostra scrivendo a commerciale@libertutti.com.
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Sul sito www.focolaritalia.it si possono visualizzare 4 video, dal titolo “Viaggiando il Paradiso di Chiara”, che presentano i quadri della mostra commentati da Tatiana Falsini, storica d’arte, Michel Vandeleene, teologo, e Michel Pochet.