Viaggi di fede, viaggi della speranza
Dall'8 è in corso la tredicesima edizione di questo festival itinerante di cinema delle religioni, che promuove una cultura del dialogo e della convivenza.
Apre i battenti il Religion Today Filmfestival, nato a Trento nel 1997, primo festival itinerante di cinema delle religioni per una cultura del dialogo e della convivenza. Questa tredicesima edizione è dedicata a Giuseppe De Carli e a Sheikh Abdul Aziz Bukhari,«uomini che hanno indicato la strada del dialogo e della pace, incoraggiandoci a ricercare questi valori in un cinema sensibile e di qualità», e si svolgerà, dall’8 al 21 ottobre, nella città e nella provincia trentina, e poi ancora a Roma, Bolzano, Bassano e Nomadelfia.
I film ammessi al concorso sono 57, provenienti da 22 paesi di tutti i continenti e rappresentativi di un vasto panorama di religioni e confessioni, e seguono il tema dell’anno Viaggi della fede. Viaggi della speranza: un «viaggio nelle differenze»attraverso il cinema come officina per una conoscenza reciproca tra le varie culture e i diversi immaginari ad esse congiunti. Il titolo ha messo in relazione due modalità diverse e apparentemente opposte del viaggiare: dal pellegrinaggio come esperienza di preghiera e di ricerca, alle migrazioni di persone e di popoli spinti dalla necessità e dal bisogno. Alla forte dimensione sociale dell’edizione concorrono inoltre numerose opere attente ai temi della disabilità, delle relazioni internazionali, del disagio e dell’esclusione sociale.
La Giuria internazionale, formata da Clementine Ederveen (Lotus Film, Paesi Bassi), Dror Shwartz (Cineteca di Gerusalemme), Steve Warne (producer, Australia), Ahmed Zamal (direttore Dhaka International Film Festival, Bangladesh) e Zohreh Zamani (filmaker, Iran), assegnerà i premi di categoria e il gran premio Nello spirito della fede.
Viaggio come ricerca. Ricerca della verità. Viaggio come incontro. Non è dell’uomo la sedentarietà. La storia, la grande storia, ne è maestra. Ne hanno parlato al seminario di apertura del XIII Festival di Religion Today persone che rappresentano mondi diversi, diverse culture ed esperienze religiose: il lama tibetano Geshe Dondup Tsering, del Centro Kushi Ling di Arco, Adel Jabbar, iracheno, sociologo, Maria Josè Rey-Merodio, argentina, della fondazione Astalli, che si occupa dei richiedenti asilo politico.
Il termine viaggio nelle loro riflessioni si colora di sfumature molto diverse, tutte necessarie. Alcune parole ricorrono. Drammaticità di chi deve fuggire forzatamente dalla propria terra: sono 50 milioni i rifugiati politici nel mondo. Incontro con l’altro, con gli altri e la conoscenza reciproca si arricchisce, i timori si sciolgono. Responsabilità: per chi viaggia e per chi accoglie il viaggiatore, della cui vicenda si prende carico. Speranza: si conoscono nuovi mondi, si scopre che esiste un posto anche per te.
La Bibbia, nei suoi racconti – ha affermato il sociologo musulmano Jabbar – narra come la sedentarietà non appartenga alla condizione umana. La ricerca esige di spostarsi, affrontare il rischio del nuovo e dell’incontro. È legge della natura: pure la turbolenza è riconosciuta condizione normale dell’atmosfera.
Viaggio e interdipendenza. Un’equazione che riflette la condizione per antonomasia di chi abita il Terzo millennio. È la forza della storia, e gli uomini viaggiatori ne sono i primi artefici.