Vescovo ucciso in Turchia. L’omicidio non è politico
Questo è il commento del nunzio Antonio Lucibello, dopo l'uccisione di Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia
«Non si può avvicinare il caso dell’uccisione di don Andrea Santoro con quella di mons. Luigi Padovese ( in foto) : sono due casi diversi, che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro». È categorico mons. Antonio Lucibello, nunzio apostolico in Turchia.
Le notizie che gli giungono sono ancora frammentarie: si sa che ad uccidere il presule è stato il suo autista, e si sa che questo è avvenuto in casa. Mons. Lucibello ci tiene comunque a sottolineare: «Essendo l’assassino un collaboratore di lunga data del vescovo, è da escludere qualsiasi movente di tipo religioso».
C’è da considerare che l’assassinio è avvenuto da poco, e che – spiega lo stesso Lucibello – «tra il posto dove sono e il luogo dell’assassinio ci sono mille chilometri di distanza». Quindi il nunzio traccia un breve ricordo di monsignor Padovese: «Era un uomo del dialogo, un uomo dell’intesa, un uomo che aveva fatto della Turchia una scelta di vita».