I vescovi e le elezioni europee
I vescovi, riuniti nell’assemblea di primavera della Commissione delle conferenze episcopali dell’Unione Europea (Comece), hanno riaffermato l’impegno della Chiesa per affrontare le sfide che i popoli dell’Unione Europea (Ue) hanno di fronte, come la digitalizzazione e lo sviluppo tecnologico, il declino demografico, il riscaldamento globale e le questioni migratorie.
Mons. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Comece, ha dichiarato che l’Ue è un esempio di pace per il mondo e che molti dei valori posti a suo fondamento, come il bene comune, la giustizia e la solidarietà, sono anche valori di cui è intrisa la dottrina sociale della Chiesa.
Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea, ospite dell’assemblea di primavera della Comece, si è professato «un fervente sostenitore della dottrina sociale della Chiesa», considerandola come «uno degli insegnamenti più nobili della nostra Chiesa», nonostante in Europa non si applichi abbastanza spesso; per questo, sarebbe necessario «riscoprire i valori e i principi guida dell’insegnamento sociale della Chiesa».
In tale occasione, i vescovi europei hanno avuto uno scambio di opinioni sui principali risultati delle priorità della Commissione Juncker e su quanto resta da fare, esortando i cittadini a impegnarsi nel dibattito politico europeo e a votare con responsabilità per proteggere e promuovere il bene comune.
Nella dichiarazione “Ricostruire la comunità in Europa”, i vescovi hanno invitato tutti i cittadini dell’Ue ad impegnarsi nel processo politico, ad esercitare il proprio discernimento e a votare alle elezioni europee del 2019, consolidando ulteriormente il progetto europeo.
L’Ue sta affrontando sfide importanti, prima fra tutte quelle poste dalla digitalizzazione, che sta mettendo in crisi il mondo che conoscevamo, ma rappresenta anche un’opportunità di cambiamento. Infatti, la digitalizzazione ha un impatto sul futuro del lavoro, sulla protezione di dati personali, sull’uso dell’intelligenza artificiale. Per i vescovi europei è necessario preservare la centralità della persona umana e un approccio basato su una solida etica, riprendendo il controllo delle nostre vite di fronte alla digitalizzazione, assumendo decisioni politiche che abbiano un impatto sull’economia e sulla finanza, per servire meglio le persone, specialmente le più vulnerabili.
Dovrebbero essere sviluppate delle norme europee che favoriscano le famiglie, che accompagnino lo sviluppo umano integrale delle persone, delle famiglie e della comunità nel suo complesso. Queste politiche si legano alle problematiche demografiche che meriterebbero maggiore attenzione, problematiche evidenziate dal calo della natalità e dall’invecchiamento della popolazione. In molti Stati membri, la mancanza di speranza e di prospettive sta portando ad una forte diminuzione della loro popolazione. Per questo, i giovani europei hanno bisogno di sentirsi rassicurati e di essere posti nella condizione di formare un famiglia e di farlo, possibilmente, nel proprio paese.
L’Ue deve riconoscere il proprio ruolo peculiare come attore multilaterale e, soprattutto, assumersi la propria responsabilità per la pace e lo sviluppo economico. È infatti indubbio, per i vescovi europei, che la cura per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile non possono essere limitati ai confini dell’Ue e, infatti, i risultati elettorali avranno un impatto sulle decisioni che riguardano l’intera umanità.
Non meno importante sarebbe un rinnovato sforzo per trovare soluzioni efficaci e condivise in materia di migrazione, asilo e integrazione; i vescovi hanno sottolineato che l’integrazione è una questione non solo per le persone che entrano nell’Ue, ma anche per i cittadini dell’Ue che si trasferiscono in un paese diverso dal proprio.
I vescovi hanno anche sottolineato l’importanza della selezione della classe dirigente europea. Le elezioni rappresentano un’opportunità per compiere delle scelte politiche che favoriscano una rinnovata fratellanza tra le persone e un rilancio del progetto europeo. Infatti, per avere successo, il dibattito elettorale dovrebbe concentrarsi sulle politiche europee ma anche sulle capacità dei candidati per elaborarli e applicarli. Integrità, competenza, leadership e impegno per il bene comune sono alcune delle qualità necessarie per coloro che intendono essere investiti di un mandato a livello europeo. Senza entrare nello specifico delle varie posizioni politiche, per i vescovi il dibattito elettorale è il momento giusto per annunciare e portare avanti visioni diverse, al di là di sterili confronti.