Vertice Italia Africa a Roma

L’Italia ha riunito rappresentanti degli Stati africani e di organizzazioni internazionali e ha lanciato il Piano Mattei
Vertice Italia-Africa, Senato di Palazzo Madama, ANSA/ALESSANDRO DI MEO

All’insegna dello slogan “Un ponte per una crescita comune”, si è tenuto a Palazzo Madama a Roma il vertice Italia-Africa, per discutere del futuro del continente; il primo appuntamento internazionale che si svolge in Italia dall’avvio della Presidenza italiana del G7, a testimonianza dell’importanza che l’Italia dà al partenariato con i Paesi africani. È la prima volta, infatti, che la Conferenza Italia-Africa, finora svoltasi a livello ministeriale, viene elevata a rango di vertice di Capi di Stato e di Governo.

Oltre il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, sono intervenuti il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, il presidente dell’Unione Africana, Azali Assoumani, il presidente della Commissione dell’Unione Africana Moussa Faki Mahamat, il presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il vice Segretario generale delle Nazioni Unite Amina Jane Mohammed.

Presenti numerosi Capi di Stato, di Governo e ministri dei paesi africani, l’Unione Africana, oltre ai rappresentanti dell’Unione europea. Hanno partecipato al vertice, inoltre, le principali Organizzazioni Internazionali, a partire dall’Onu, le Istituzioni Finanziarie Internazionali e le Banche Multilaterali di Sviluppo.

L’obiettivo del vertice organizzato a Roma è stato presentare ai Paesi africani la visione italiana dello sviluppo dell’Africa, dove l’Italia vuole avere un approccio paritario volto alla crescita reciproca. La premier ha presentato il cosiddetto Piano Mattei, «un piano di interventi con cui vogliamo dare il nostro contributo a liberare le energie africane anche per garantire alle giovani generazioni un diritto che finora è stato negato», alla cui base ci sarebbe «un approccio nuovo, non predatorio, non paternalistico, ma neanche caritatevole», piuttosto «un approccio da pari a pari, per crescere insieme». Meloni ha anche osservando che «in Europa abbiamo parlato spesso del diritto a emigrare, ma quasi mai di come garantire il diritto a non dover essere costretti a migrare».

Il Piano Mattei ha una dotazione finanziaria iniziale di oltre 5,5 miliardi di euro, tra crediti operazioni a dono e garanzie. Nello specifico, circa 3 miliardi arriveranno dal fondo italiano per il clima e circa 2,5 miliardi dalle risorse della cooperazione allo sviluppo. Ella ha osservato che l’Africa «avrà un posto d’onore nell’agenda italiana di presidenza del G7», sottolineando come questa sia una scelta di politica estera precisa, riconoscendo di essere «consapevoli di quanto il destino dei nostri continenti sia interconnesso, e che è possibile immaginare e scrivere una pagina nuova nelle nostre relazioni, una cooperazione da pari a pari, lontana da ogni tentazione predatoria e approccio caritatevole».

Il Piano Mattei si concentra su poche priorità di medio lungo periodo e una serie di interventi strategici su istruzione e formazione, salute e agricoltura, acqua ed energia. Per il partenariato sono stati individuati alcuni paesi africani del quadrante subsahariano e nordafricano, che sarà poi allargato.

Innanzitutto, per quanto riguarda il tema dell’istruzione e della formazione, verranno realizzati alcuni interventi che si prefiggono di promuovere la formazione e l’aggiornamento dei docenti, l’adeguamento dei curricula, l’avvio di nuovi corsi professionali e di formazione.

Per quanto riguarda l’agricoltura, le azioni che saranno messe in campo mireranno a ridurre i tassi di malnutrizione, sostenere lo sviluppo delle filiere agroalimentari e favorire lo sviluppo dei biocarburanti non fossili.

Poi, per quanto riguarda la salute, il piano mira a rafforzare i sistemi sanitari, con un miglioramento dell’accessibilità e della la qualità dei servizi primari materno-infantili, nonché delle capacità del personale locale nella gestione, formazione e impiego del personale sanitario, della ricerca e della digitalizzazione.

Ancora, per quanto riguarda il tema dell’energia, l’obiettivo è quello di rendere l’Italia un hub energetico, un vero e proprio ponte tra l’Europa e l’Africa. Infine, in riferimento all’acqua, gli interventi che saranno realizzati s concentreranno sulla perforazione di pozzi, alimentati da sistemi fotovoltaici, la manutenzione dei punti d’acqua preesistenti, gli investimenti sulle reti di distribuzione.

Alcuni esempi concreti delle azioni proposte sono un centro di formazione professionale sull’energia rinnovabile in Marocco, corsi di formazione in Tunisia, progetti sanitari e investimenti in altri campi in Algeria, Costa d’Avorio, Egitto, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia e Kenya.

Manifestando la volontà di dialogare con tutti gli altri Paesi, Meloni auspica numerosi vantaggi per l’Italia, poiché «tutto quello che accade in Africa in qualche modo ci coinvolge, dalla migrazione alla sicurezza, passando per le catene di approvvigionamento»; per questo è fondamentale uno sviluppo adeguato del continente africano. Critiche le opposizioni, che etichettano il Piano Mattei come una scatola vuota, poiché è incerta la modalità d’implementazione del Piano Mattei e si manifesta ambiguità sulle questioni del clima e dell’energia.

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha osservato che «il nuovo Piano Mattei rappresenta un importante contributo a questa nuova fase della collaborazione che unisce i due continenti, a complemento del Global Gateway europeo ossia a complemento del piano di investimenti da 150 miliardi di euro per l’Africa», quale esempio virtuoso del funzionamento pratico di Team Europa, dove è posta in rilievo l’esigenza di sviluppare localmente le competenze di cui l’Africa ha bisogno.

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