Verso una nuova dimensione ecumenica

Tavola rotonda a Potenza sul dialogo interreligioso e interculturale nell’ambito della settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani
dialogo ecumenico

Com’è consuetudine anche quest’anno si è celebrata dal 18 al 25 gennaio la settimana per l’unità dei Cristiani. La data non è casuale. È stata proposta nel 1908 da padre Paul Wattson, perché compresa tra la festa della cattedra di San Pietro e quella della conversione di San Paolo, quindi per il suo forte valore simbolico. I testi per la meditazione sono stati selezionati da rappresentanti del Consiglio Ecumenico delle Chiese e del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

Il tema del 2013 è un testo del profeta Michea, riassumibile intorno alla domanda: «Quale offerta porteremo al Signore, al Dio Altissimo, quando andremo ad adorarlo? » (Michea 6, 6-8). Un interrogativo che apre ampi scenari di riflessione e ci proietta nelle diverse realtà cristiane, riunite in questo importante momento aggregativo.

La città di Potenza ha raccolto la sfida con una tavola rotonda tenutasi presso la chiesa dei santi Anna e Gioacchino, alla presenza del parroco don Franco, di monsignor Ricchiuti e di esponenti della chiesa evangelica, ortodossa e dell’Esercito della Salvezza, che hanno offerto le loro testimonianze. Si è discusso del BEM, o documento di Lima datato 1982, circa battesimo, eucaristia e ministero, soffermandosi in particolare sul battesimo.

Per la religione cattolica, esso è conferito in nome di Cristo, unisce alla sua morte, sepoltura e resurrezione. È praticato con l’imposizione delle mani e con l’acqua, che si carica di forti simbolismi, in quanto l’immersione rappresenta la morte e sepoltura di Cristo, mentre l’uscita dall’acqua la resurrezione in unione con Lui. Festività come la Pasqua, la Pentecoste e l’Epifania sono le più indicate per la celebrazione battesimale.

Nel rituale ortodosso, come illustrato dal sacerdote presente, il battesimo si concede ai bambini senza aspettare l’età adulta. L’immersione è praticata per tre volte, che ricordano i tre giorni di Gesù nel sepolcro. La professione di fede e l’impegno a seguire Cristo sono affidati al padrino. La sostanziale differenza con il rito cattolico sta nel fatto che ad esso seguono nello stesso giorno la cresima e l’eucarestia. A chi obietta che il bambino sia ancora incosciente, la confessione ortodossa risponde che per la sua comunità il piccolo è comunque una persona e, una volta adulto, potrà scegliere consapevolmente se confermare oppure no la propria fede.

Differente la posizione del pastore evangelico e del mondo protestante, per i quali i capisaldi sono l’importanza della Scrittura sopra ogni cosa e la fede personale. Il battesimo, infatti, viene concesso solo ai credenti. La fede è ciò che differenzia il vero credente e, in quanto tale, essa deve sempre essere vivificata attraverso le opere ed un esercizio costante di fedeltà a Dio.

A completare il quadro della serata l’intervento dell’esponente dell’Esercito della Salvezza, movimento fondato nel 1865 da William Booth, che conserva ancora oggi il gergo militare nella sua strutturazione. Gli aderenti sono convinti che non esista un rito per la salvezza, per cui non hanno il battesimo. Il primo impegno che un ragazzo prende è quello di farsi giovane soldato attraverso la lettura della parola e una vita sana, rifuggendo alcol, droghe e qualsiasi traviamento. Il significato della divisa che essi indossano è da ricercarsi nel perseguimento di un’uguaglianza di tutti davanti a Dio.

La formulazione di un documento come il BEM e l’istituzione di una settimana di preghiera per l’unità cristiana, dimostrano chiaramente quanto si stia facendo per superare i particolarismi dottrinali verso una comunione di tutte le chiese, in continuità con gli insegnamenti della Chiesa universale. Simili convergenze mostrano come, nonostante le differenti espressioni teologiche, un dialogo è concepibile nella misura in cui conduca le varie comunità a farsi testimoni della «lieta notizia» evangelica. 

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