Verso la Giornata mondiale contro la tratta
L’8 febbraio si celebra la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, nella ricorrenza della memoria liturgica di santa Bakhita, patrona dei sopravvissuti alla tratta.
Giuseppina Bakhita è stata una suora canossiana nazionalizzata italiana. Nata in Sudan nel 1869, è stata rapita da bambina, venduta più volte e ridotta in schiavitù. Dopo un cammino di piaghe e sofferenze, arriva in Italia, dove conosce la fede cristiana, riceve il battesimo e diventa Figlia della carità. Attualmente, questa santa, che è stata dichiarata da papa Francesco “Sorella universale” è il simbolo per eccellenza dell’impegno della Chiesa contro la tratta.
«Essa, nelle sue molteplici forme, costituisce una ferita “nel corpo dell’umanità contemporanea”, una piaga profonda nell’umanità di chi la subisce e di chi la attua. La tratta, infatti, deturpa l’umanità della vittima, offendendo la sua libertà e dignità. Ma, al tempo stesso, essa disumanizza chi la compie, negandogli l’accesso alla “vita in abbondanza”. La tratta, infine, danneggia gravemente l’umanità nel suo insieme, lacerando la famiglia umana e anche il Corpo di Cristo». Così papa Francesco, in un discorso dell’11 aprile 2019 ai partecipanti alla Conferenza internazionale sulla tratta di persone, denunciava questa problematica sociale e invitava a una collaborazione congiunta. Donare sé stessi per sconfiggere questo “crimine contro l’umanità”, come l’ha definito. Si tratta dunque di un atto di cura dell’altro a cui tutti siamo chiamati.
Infatti, la cura è la chiave della Giornata di quest’anno, che ha come titolo “La forza della cura – donne, economia e tratta di persone”. Secondo le statistiche delle Nazioni Unite, le donne e le bambine rappresentano il 72% delle vittime della tratta identificate, specialmente con fini di sfruttamento sessuale. Le donne, tuttavia, sono chiamate ad assumere un ruolo da protagoniste, agenti di cambiamento per realizzare un sistema economico fondato sulla cura delle persone e della casa comune, capace di abbandonare la tendenza alla mercificazione dell’altro.
Martedì 8 febbraio, si terrà una maratona online di preghiera e riflessione che, durante 8 ore, collegherà persone di tutto il mondo impegnate contro la violenza della tratta. Canti, balli, testimonianze e tante altre forme di espressione per condividere, non solo il dolore dello sfruttamento, ma anche la speranza che una via di uscita c’è, e tante persone sono disposte a percorrerla insieme. Parliamo con suor Gabriella Bottani, coordinatrice internazionale di Talitha Kum, la rete internazionale di vita consacrata contro la tratta di persone.
Come ci si prepara per la giornata di preghiera e riflessione di quest’anno?
Ci si prepara con grande entusiasmo e attesa per le belle partecipazioni e adesioni dalle diverse associazioni e persone attive contro la tratta, per condividere momenti di preghiera, canti, testimonianze e azioni di cura per percorrere cammini diversi allo sfruttamento.
Da dove arrivano i contributi e gli interventi dei partecipanti alla maratona?
Veramente da tutte le parti. Abbiamo diviso la giornata per continenti, inizieremo dall’Asia, l’Oceania e il Medio Oriente per poi passare all’Africa, l’Europa, l’America Latina e concludere col Nord America. Ci saranno presentazioni di danza, preghiere, canti… interventi diversi di chi è attivo nella lotta contro la tratta.
Tra l’altro, fra i Paesi latinoamericani, ho saputo che l’Argentina – dove io sono nata – avrà una forte partecipazione.
L’Argentina ha una presenza qualificata quest’anno. Abbiamo avuto una bella risposta e adesione. Un messaggio di papa Francesco, non possiamo dimenticare che il santo padre è argentino, per cui ci sarà il messaggio centrale del papa per la giornata. Abbiamo un messaggio di Alicia Peresutti, la partecipazione delle suore, una testimonianza che arriva dal Movimento dei Focolari, e la partecipazione di Marcela Villares, che lavora alla Conferenza dei vescovi dell’Argentina.
Il tema di quest’anno tratta di cura, donne ed economia. Cosa si vuole sottolineare?
Noi donne abbiamo un ruolo fondamentale nel processo di trasformazione dell’economia di sfruttamento in un’economia della cura. Questo tema è importante perché le donne storicamente hanno assunto la responsabilità e custodito la cura della vita, della persona nei diversi servizi. Questo atteggiamento non può più rimanere in ambito domestico. C’è la lotta delle donne per entrare in spazi pubblici. Dobbiamo fare crescere come il levito nella massa questa importanza della cultura della cura, che va al di là del nucleo privato, entra in relazione con i modelli di sviluppo, che non possono escludere questa relazione. Si hanno anche squilibri climatici dovuti alla cultura dello sfruttamento. Per cui, si tratta di prendersi delle responsabilità.
Quali saranno le particolarità della VIII Giornata contro la tratta?
Quest’anno conteremo su due sezioni nuove. Da un lato, parteciperanno alla maratona di preghiera dei Giovani Ambasciatori di diversi Paesi, che hanno raccolto delle piccolissime testimonianze che trasmetteranno attraverso i canti e altre espressioni artistiche. La cosa bella è che questo evidenzia la gioia di impegnarci per la dignità e la libertà di ogni persona. È un’iniziativa che parte dal basso, la rete di Asia voleva raggiungere i giovani nell’azione di prevenzione, nell’agire, parlare ad altri giovani; da lì è iniziato questo gruppo. Poi anche Caritas ha svolto delle attività coinvolgendo i bambini con i disegni. Anche in Tanzania hanno creato un canto per sensibilizzare e prevenire. Abbiamo cucito insieme questi interventi presentati e il risultato è molto bello. Vorremo crescere su questa partecipazione, attraverso la quale i giovani assumono protagonismo, e che presenteremo con grande gioia.
L’altra novità è che avremo un approfondimento sul tema della Giornata sviluppato da donne esperte provenienti da diverse parti, tre di loro sono economiste e due sono imprenditrici.
La veglia di preghiera si terrà anche in presenza?
Non a Roma. Alcune organizzazioni si stanno attivando, noi di Talitha Kum abbiamo lavorato, insieme a un gruppo di donne lavoratrici dell’Argentina, su un testo per la veglia di preghiera. Questo testo ormai ci viene chiesto da diverse organizzazioni per l’unione in preghiera. Martedì 8 febbraio saremo online dalle 9 del mattino in Italia alle ore 17 e trasmetteremo la maratona in diretta streaming su YouTube, accessibile dal sito www.preghieracontrotratta.org. Ci sarà la traduzione simultanea in 5 lingue per poter seguire la maratona e accompagnare nella preghiera.
Come possono aderire le persone che vogliono impegnarsi attivamente sul territorio contro la tratta?
Intanto possono unirsi a noi domenica 6 febbraio alle 11.30 per la preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro. Abbiamo chiesto al papa di benedire una statua di santa Bakhita che porteremo in piazza e tutte le persone sopravvissute e impegnate contro la tratta. Ci lasceremo stupire da quello che papa Francesco avrà da dirci.
Poi c’è veramente tanto. Talitha Kum è l’organizzazione delle suore che coordina la Giornata mondiale di preghiera contro la tratta, in partenariato con la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, la Sezione Migranti & Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano, la Pontificia Accademia delle Scienze, The Pope Video, Pope’s Worldwide Prayer Network, Caritas Internationalis, World Union of Catholic Women’s Organisations, Anti-Trafficking Working Group, il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati e il Movimento dei Focolari. Oltre a queste ci sono in Italia anche altre organizzazioni impegnate contro la tratta, come l’associazione Papa Giovanni XXIII, Sant’Egidio, la Caritas, e numerosi progetti sociali.
Canale YouTube della Giornata mondiale di preghiera contro la tratta:
https://www.youtube.com/c/preghieracontrotratta
Puoi seguire la diretta streaming in italiano dal seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=FZ8BS9otw6Y