Verdone. Si vive una volta sola
La pandemia c’è, c’è stata, ma la malattia, il dolore comunque ci sono sempre. Ci ridono sopra con scherzi goliardici e pesanti le quattro eccellenze mediche che addirittura operano il papa. Il celebre chirurgo Gastaldi (Verdone) e i tre della sua équipe sono impeccabili nel lavoro, ma nel privato vittimizzano uno di loro, il povero Lasalandra (Rocco Papaleo). Nessuno però è realmente felice né in casa, né in amore: i quattro amici lo sono veramente amici o riempiono la solitudine sfogandosi nello scherzo?
Le cose però cambiano perché Lasandra si ammala di cancro: nessuno osa dirglielo, ma organizzano una vacanza in Puglia per lui per trovare il modo di comunicarglielo. Le sorprese in quei giorni non mancheranno per ciascuno e debolezze e bisogni sopiti verranno a galla. Il viaggio, come piace a Verdone, diventa di fatto il quinto attore del film. Come finirà? «Chi la fa l’aspetti», parrebbe la finale, ma non è tutto, perché forse ci sono cose da riscoprire, magari l’amore e l’amicizia?.
Il buonumore di Verdone non manca e i quattro attori (Verdone, Papaleo, Anna Foglietta, Max Tortora) sono affiatatissimi, anzi Papaleo nell’ultima parte emerge sul gruppo con una disincantata e ingenua ironia. Non si ride molto però, perché una malinconia di fondo occhieggia qua e là e Verdone, pur fra alti e bassi, ironizza ma non troppo sul mondo degli adulti insoddisfatti e impauriti di fronte al dolore e alle cose serie. Non ci sono tempi morti tranne qualche scena un po’ caricata o di poco peso. Manca la brillantezza e lo scintillio – non nella fotografia però -, ma la maschera facciale di Verdone, la sua mimica stralunata rimangono intatte e dirigono il terzetto con indubbia efficacia. Rimane il fondo amarognolo e pensieroso: che non sia la volta buona di dare ormai adulti una svolta un po’ matura alla vita?.