Verdiana cerca amici

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La famiglia della formica Verdiana abita in città da diverse generazioni. Furono i trisnonni di Verdiana a trasferirsi dalla campagna in città e a costruirsi una casa, al quindicesimo piano di un grattacielo, sede di una grande ditta. Non aspettatevi però che io vi dica il nome della ditta perché non vorrei che la portinaia, leggendo questa favola, salisse su al quindicesimo piano, armata di insetticida. La formica Verdiana non deve faticare molto per procurarsi qualche pezzetto di cibo perché gli impiegati, quando fanno lo spuntino, lasciano dappertutto briciole di pane, frammenti di pizza e pezzetti di cioccolato. Verdiana è ghiottissima di pizza e una giornata, per lei, è veramente “fantastica!!!”, con tre punti esclamativi, quando riesce a trovare anche qualche goccia di Coca Cola, sui tavoli. Un altro vantaggio di abitare negli uffici è che si imparano un sacco di cose. Andando su e giù lungo i fogli degli impiegati,Verdiana ha imparato a risolvere le quattro operazioni e, ascoltandoli parlare al telefono, ha appreso anche l’inglese. Sempre ascoltando, si è fatta una vera e propria cultura sportiva e così, ogni domenica pomeriggio, passeggia nervosamente negli uffici vuoti e non vede l’ora che arrivi il lunedì, per poter conoscere i risultati delle partite. Una cosa, non vi ho ancora detto: negli uffici, si trovano anche dei veri divertimenti. Quello preferito da Verdiana è fare lo scivolo lungo i grafici che sono appesi alle pareti. Ce poi un altro divertimento per il quale, però, deve aspettare che tutti gli uffici siano deserti: è quello di usare la macchina per scrivere. Imparare, le è costata moltissima fatica perché salire e scendere da ogni tasto è per lei una vera impresa e, in genere, le occorrono due sere per terminare di scrivere una riga. Ma Verdiana non ha premura perché tanto, le sue lettere, non deve imbucarle. La formica infatti non conosce nessuno e non saprebbe proprio a chi indirizzarle. E questo le dispiace molto. “Dev’essere bello avere degli amici! – pensa – Se avessi un amico, gli insegnerei l’inglese, lo farei andare sul mio scivolo e gli lascerei anche assaggiare la pizza”. – Mamma – ha domandato un giorno Verdiana – davvero le formiche non hanno nessun amico? – Li hanno, tesoro, ma abitano molto lontano da qui.Abitano in campagna. – Cos’è la campagna, mammina? – Non lo so di preciso, per- ché non ci sono mai stata. Nonna, che aveva vissuto là, me ne parlava sempre. Diceva che è un luogo tutto verde, pieno di pace e di profumi sconosciuti, in città. Per questo ho voluto chiamarti Verdiana, per ricordare quel luogo affascinante che ha riempito i sogni della mia infanzia. Dopo queste parole della mamma, un sentimento nuovo è entrato nel cuore di Verdiana: la nostalgia. Adesso non si diverte più a fare lo scivolo sui grafici o a risolvere complicati problemi di aritmetica. E il lunedì in cui ha sentito dire che la sua squadra ha perso la partita più importante del campionato, non le è importato nulla.. Preferisce trascorrere le giornate sul davanzale di una finestra, cercando di spingere lo sguardo al di là dell’immensa distesa di tegole, di antenne televisive e di comignoli, ma non riesce mai a scorgere qualcosa di verde. Ha anche provato a discendere lungo il muro del grattacielo, ma quando è arrivata in strada si è resa conto che è impossibile per una formica attraversare la città, senza rischiare la vita. Allora è ritornata sul suo davanzale. I giorni si susseguono tristi per Verdiana, finché un’ idea balena nella sua mente. Tic tic tic tic tic tic tic tic… Su e giù, su è giù lungo i tasti della macchina per scrivere, instancabile, Verdiana scrive una lettera per tutti gli abitanti della campagna, domandando loro se vogliono diventare suoi amici. Poi affida la sua missiva a un piccione il quale è ben contento di avere un’occasione per andare a respirare una boccata di aria pura. Spedita la lettera, Verdiana incomincia ad attendere, con trepidazione, una risposta e intanto si domanda, preoccupata: “Che lingua parleranno in campagna? Capiranno la mia lettera? Vorranno diventare miei amici?”. Passano così alcuni giorni e finalmente, questa mattina, il postino ha recapitato in portineria un grande sacco di tela sul quale c’è scritto: “PER VERDIANA”. La portinaia ha già percorso quattordici piani del grattacielo, alla ricerca di una persona che si chiami Verdiana, ma non ha trovato nessuno. Ora è arrivata al quindicesimo piano e il cuore della formichina scoppia di gioia. Correndo su e giù lungo la scrivania del direttore grida: – Sono io Verdiana, il sacco è per me!! Ma nessuno la sente e la posta viene lasciata in un angolo. È giunta finalmente la sera del giorno più lungo della vita di Verdiana. Ma bisogna aspettare che anche l’ultima porta degli uffici sia chiusa. Solo ora la formica può aprire il suo tesoro. Dapprima è un profumo che la investe, un profumo sconosciuto.Verdiana si infila dentro al sacco per inebriarsi di quella fragranza, poi incomincia a estrarre fragili petali di papavero, vellutati petali di rosa, petali di ranuncolo, dorati come il sole. E ancora: profumate spighe di lavanda, verdi foglie di lattuga e di spinaci, fragili fiori di zucca e piselli odorosi. È come se tutta la campagna con la sua bellezza, la sua vita, i suoi colori, i suoi profumi si fosse trasferita al quindicesimo piano di un grigio grattacielo di città. Verdiana è felice: la sua lettera è stata capita e anche lei può comprendere la lingua dei suoi nuovi amici. Perché è il linguaggio del cuore.

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