Ventuno parchi archeologici per la Sicilia

I primi tre erano stati costituiti negli anni seguenti al varo della legge regionale del 2000. Poi più nulla fino ad agosto 2018 quando sono partiti i parchi di Segesta e Pantelleria. L’obiettivo è quello di completare al più presto la dotazione dell’isola
Segesta: parco archeologico

La Sicilia avrà ventuno parchi archeologici. L’isola punterà tutto su una delle sue maggiori ricchezze: la sua storia, le tracce del passato lontano, conservato nei resti archeologici che coprono quasi tutto il territorio. Il nuovo governo regionale, presieduto da Nello Musumeci, ha annunciato la volontà di realizzare i parchi. L’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Sebastiano Tusa, un addetto ai lavori che conosce bene quali ricchezze la Sicilia possieda, è già al lavoro.

Fino al luglio scorso in Sicilia c’erano tre soli parchi archeologici: Agrigento – Valle dei Templi, Naxos-Taormina e Selinunte-Cave di Cusa. Sono stati istituiti seguendo le direttive della legge regionale del 2000. Solo tre sui ventuno previsti. Il parco della Valle dei Templi, il primo in assoluto, era stato istituito nel 2000, subito dopo il varo della legge. Poi tutto si era fermato. Si è dovuto attendere il governo di Raffaele Lombardo, nel 2010, per vedere l’istituzione del Parco archeologico di Naxos e Taormina, mentre, nel 2013, durante il governo Crocetta, si poteva finalmente varare il Parco di Selinunte.

In piena estate ne sono nati altri due. Entrambi prima di ferragosto. È stato istituito il parco archeologico di Segesta, l’antica città che la leggenda vuole costruita dai Troiani in fuga, da cui sarebbe nato il popolo degli Elimi, nell’estremità occidentale dell’isola. Poi è toccato al Parco di Pantelleria. La storica firma è avvenuta nel Castello di Barbacane, anche questa volta alla presenza dell’assessore Sebastiano Tusa. Con lui, c’erano anche l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, il dirigente generale del dipartimento regionale dei Beni culturali, Sergio Alessandro, il sindaco di Pantelleria, Vincenzo Campo e l’assessore comunale alla Cultura, Claudia Della Gatta.

Il Parco di Pantelleria comprenderà tutte le zone archeologiche dell’isola: l’Acropoli di Santa Teresa, il sito preistorico di Mursia e quello dei Sesi, il villaggio di Scauri scalo e il tempio di Venere nei pressi del lago. Non ci saranno vincoli aggiuntivi, ma tutta l’organizzazione gestionale verrà messa a sistema.

L’assessore Sebastiano Tusa, ha detto: «La Sicilia deve avere tutti i Parchi previsti e in breve tempo. La rinascita dei beni culturali siciliani non può che passare per un sistema di gestione moderno e snello. La Sicilia e i siciliani lo meritano, dopo anni di gestione non all’altezza del valore storico culturale di siti straordinari per bellezze archeologiche e paesaggistiche».

Gli altri “parchi archeologici”, ancora da istituire, sono: Parco archeologico di Gela, Parco archeologico greco romano di Catania, Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci, Parco archeologico di Morgantina, Parco archeologico della Villa romana del Casale, Parco archeologico delle Isole Eolie, Parco archeologico di Tindari, Parco archeologico di Himera, Parco archeologico di Monte Iato, Parco archeologico di Solunto, Parco archeologico di Kamarina, Parco archeologico di Cava D’Ispica, Parco archeologico di Lentini, Parco archeologico di Eloro e Villa del Tellaro, Parco archeologico di Siracusa, Parco archeologico di Lilibeo.

Il turismo, vera potenzialità inespressa della Sicilia, potrà decollare?

 

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