Ventimiglia. Solidarietà e contrasti sui migranti

Per la solidarietà contro l’intolleranza. Adesioni e polemiche, nella città ligure, per  la marcia a sostegno della libera circolazione dei migranti in Europa. Iniziativa lanciata polemicamente dopo l’ordinanza del sindaco che vietava di dar da mangiare ai migranti per strada
ANSA/ LUCA ZENNARO

Erano più di duecento che hanno sfilato per le vie di Ventimiglia anche se gli abitanti sono rimasti abbastanza indifferenti. La marcia quasi silenziosa, se non per gli slogan tipo: “Solidarité pour le sans papier”, “Siamo tutti clandestini”, “Nessuno è straniero”. È stato questo il modo con i centri sociali italiani e francesi oltre a persone della cultura e dello spettacolo hanno manifestato la loro solidarietà ai migranti e contro l’intolleranza e a sostegno della libera circolazione delle persone  in Europa.

Tra le personalità intervenute, oltre agli organizzatori Marco Revelli e Massimo Torelli, il patron di Slow Food Carlo Petrini che dice: «Ventimiglia non può essere lasciata sola» e il consigliere di amministrazione Rai, Carlo Freccero. «Siamo qui per la presenza di un confine ed è solo una prima tappa – ha detto Revelli che ha attaccato il governo accusandolo di aver impedito un’accoglienza piena -. A cominciare dal ministero dell’Interno e da quel ex ministro dell’interno, Alfano,  che continua a gettare fango sulla solidarietà».

Nel corteo c’era pure , Cédric Herrou, il contadino che aiuta i migranti, e il collegio difensivo di Felix Croft, il «passeur solidale» assolto dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina .

Per l’amministrazione, c’era il vicesindaco Silvia Sciandra: «Ho voluto intervenire – ha detto – perché ho letto il programma della manifestazione e mi era sembrato, cosa di cui mi sono già lamentata con gli organizzatori, che la manifestazione volesse essere contro questa città e io non lo posso permettere. Ventimiglia sta facendo un enorme sforzo, con tutti i limiti, per l’accoglienza».

«Trovo la manifestazione anacronistica, estemporanea, slegata e lontana dai bisogni della nostra città, dei suoi cittadini, peraltro ignorati da oltre due anni dai promotori, e delle persone in cammino. Manifestare in Francia, quello sì che sarebbe stato provocatorio. Farlo da questa parte del confine, a Ventimiglia, è solo l’ennesima e inutile passerella» è stato il commento del sindaco  della città, Enrico Ioculano.

“Per la solidarietà contro l’intolleranza”, era il titolo della manifestazione con corteo partito dalla stazione ferroviaria verso piazza del Comune, toccando la chiesa delle Gianchette qui il benvenuto dei tamburi suonati da un gruppo di migranti e poi il saluto di don Rito, il parroco che ha trasformato la chiesa di Sant’Antonio in un simbolo: «L’anno scorso abbiamo iniziato a raccogliere fratelli viandanti nel segno dell’accoglienza e della solidarietà. Possiamo affiancarci al cammino di questo popolo con gesti concreti di amore. Gesù risorto lo paragono ai viandanti».

Inizialmente la manifestazione era nata per protestare contro l’ordinanza del sindaco che vietava di dare da mangiare ai migranti per strada e nonostante la recente revoca del provvedimento, gli organizzatori hanno deciso di confermare l’evento. Posizioni pro e contro la manifestazione si erano sentite con forza. Tra queste quella l’ex vicesindaco Roberto Nazzari: «Ventimiglia su tolleranza e accoglienza non accetta lezioni da nessuno. E se vogliono parlare di solidarietà anziché venire qui a sfilare, vengano ad aiutare. È vergognoso che in una città che sta vivendo da tre anni grosse difficoltà, con gravi ripercussioni sul commercio e l’economia cittadina, arrivino i cosiddetti intellettuali a creare ulteriore confusione

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