Venti morti per una frana in miniera

Almeno venti persone sono rimaste uccise da una frana in una miniera d’oro sfruttata illegalmente nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), secondo quanto si è appreso da fonti ufficiali

«Sono almeno venti le vittime del disastro accaduto nela notte tra sabato e domenica a Makungu», nel Sud Kivu meridionale, ha dichiarato il ministro delle miniere di questa provincia, Apollinaire Bulindi. «Il bilancio è ancora provvisorio e verosimilmente si aggraverà, perché lo sfruttamento minerario illegale è molto diffuso in questa zona» ha aggiunto, facendo riferimento agli “scavatori artigianali” (minorenni clandestini) che pullulano in numerosi siti minerari congolesi. «Noi [le autorità provinciali, ndr] non controlliamo questa miniera, è sfruttata dai militari e noi non interveniamo sull’amministrazione», ha aggiunto il ministro.

La miniera di Makungu è situata nel territorio di Fizi, vicino alla frontiera con la provincia del  Tanganyika, oltre 270 km a sud di Bukavu, capitale del Sud Kivu. Praticamente privo di infrastrutture, il territorio di Fizi è una zona tradizionalmente ostile al potere di Kinshasa. Attualmente la zona, ricca di miniere d’oro, è rifugio dei maï-maï Yakutumba, dal nome di un ex ufficiale dell’esercito regolare che si è proclamato generale e afferma di voler cacciare Kabila dal potere. Tuttavia, secondo alcune relazioni degli esperti, si limita perlopiù a controllare svariati traffici verso la Tanzania attraverso il lago Tanganyika, che fa da frontiera naturale con il Congo. I maï-maï sono milizie di autodifesa generalmente costituite su base etnica.

Secondo il centro di ricerca International Peace Information Service (Ipis), con sede in Belgio, la maggior parte delle miniere d’oro del Fizi sono controllate – a volte congiuntamente – dai maï-maï o dall’esercito congolese, che li dovrebbe combattere.

La RDC, straordinariamente ricca di materie prime, è uno dei Paesi meno sviluppati del pianeta. Lo Stato fatica ad imporre la sua autorità su vaste parti del territorio, dove imperversano ancora una cinquantina di milizie.

 

Gli “scavatori artigianali” si contano a decine di migliaia nel Paese. Qualche anno fa ne sono stati stimati oltre 130 mila nella sola antica provincia del Katanga (sud-est), le cui miniere permettono alla RDC di essere tra i primi produttori di rame al mondo. Gli incidenti nelle miniere sfruttate da questi lavoratori sono frequenti e spesso fanno molte vittime, ma sono ampiamente sottostimati dati i luoghi estremamente isolati dove accadono.

Un’impresa mineraria vuole far firmare contratti di subappalto a questi minatori per lottare contro lo sfruttamento minerario illegale nella RDC. Si tratta di un’idea dei nuovi proprietari della miniera d’oro di Mongbwalu, nel nordest del Paese. L’impresa intende iniziare a comprare l’oro ai lavoratori locali dal gennaio del 2017, con un’iniziativa prima nel suo genere nella RDC.

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