Il ventesimo acuto di re Roger Federer
«Questa è la conclusione di una favola, un sogno che si realizza. Continuo a divertirmi qui in Australia, è un viaggio bellissimo. È grazie a voi tutti – ha detto Roger Federer rivolgendosi al pubblico dopo il trionfo – che ancora mi alleno, sorrido, gioco e sono teso. Marin (Cilic, ndr) continua così e vedrai che raggiungerai tante soddisfazioni. È stato un viaggio lunghissimo, partito lo scorso anno da Perth e proseguito con un 2017 ricco di soddisfazioni: siete un paese meraviglioso, si capisce che amate ciò che fate». Il discorso di Re Roger dopo la premiazione per il suo sesto successo agli Australian Open è un sunto di ciò che rappresenta il tennista svizzero per il mondo dello sport in generale: amore sconfinato per il tennis, classe, educazione e una capacità di reinventarsi che probabilmente non ha eguali.
36 anni compiuti lo scorso agosto, Federer ha aggiunto ieri l’ennesima perla di una carriera memorabile che, difficilmente, potrà essere replicata in futuro. La sua vittima in finale è stato Cilic, atleta forte e di sostanza che, però, ben poco ha potuto al cospetto della forza mentale e della grazia del Maestro di Basilea. 6-2 6-7 6-3 3-6 6-1 il conto dei set di un match di finale lunghissimo e ricco di colpi di scena, con il croato bravo a controbattere colpo su colpo, riuscendo nell’impresa di far perdere a Federer i primi due giochi di tutto il torneo. Il momento più critico, per il campione in carica, arriva durante il quarto set, quando un calo repentino permette al rivale di rientrare in partita strappando per la prima volta il servizio allo svizzero e vincendo 6-3.
Proprio quando la partita sembrava aver preso un’inerzia ben precisa, però, ecco che arriva la zampata del campione: nel quinto set, infatti, Cilic spreca la possibilità di aprire il gioco con un break molto pesante, spedendo in rete un rovescio in maniera poco convinta e reattiva. Da lì l’elvetico riprende quota e capisce che è il momento di chiudere i conti: il servizio torna ad essere perfetto e le sue risposte profonde e millimetriche non consentono al croato possibilità di replica. L’ultimo gioco scorre via in maniera trionfale ed è chiuso sul punteggio di 6-1 in poco più di mezz’ora. Le lacrime finali ravvivano la magia di un atleta che, pur essendo giunto alla sua ventesima affermazione in vent’anni in un torneo dello Slam, riesce ad assaporare il successo come se fosse la prima volta.
Il trionfo agli Australian Open chiude un anno cardine nella carriera di Federer: a Melbourne infatti, nella scorsa edizione, re Roger arrivava da numero 17 del mondo e con gli interrogativi legati a una condizione fisica precaria, a causa di una operazione al ginocchio sinistro e all’assenza di ben sette mesi dai tornei. A distanza di 12 mesi, The Swiss Maestro ha trionfato in tre Slam sui cinque disputati (due volte gli Open d’Australia e a Wimbledon) e, al momento, bracca il numero 1 della classifica Rafa Nadal, da cui dista meno di 200 punti: un’inezia, nella classifica mondiale del circuito ATP. Nel momento in cui gli altri storici big sono alle prese con acciacchi più o meno gravi (da Nadal a Murray, passando per un Djokovic mai così in ombra), il sipario su Roger Federer sembra ancora ben lontano dal poter essere chiuso: con uno stato di forma del genere, infatti, può ancora dettar legge sui campi di tutto il mondo, continuando a incantare il pubblico con uno stile di gioco e una presenza scenica incomparabile.