Venezia 75: quante storie

In mostra si susseguono i racconti del passato, remoto e prossimo. Non per il gusto della rievocazione, ma come indagine e specchio su cui riflettere sul presente. Che appare incerto, drammatico e non felice.

Mario Martone completa la trilogia iniziata con Noi credevamo e proseguita con Il giovane favoloso in Capri-Revolution. Negli anni precedenti la prima guerra mondiale una comunità di artisti-filosofi , quella del pittore Diefenbach, si stabilisce a Capri cercando nell’arte la verità. La loro vita si intreccia con quella di una ragazza del luogo, la capraia Lucia, che scopre in loro la libertà di esprimersi, e  con il giovane medico dell’isola, che crede nella guerra, nel socialismo, nella scienza. Tra tradizione progresso ed emigrazione il film si snoda liberamente, passando dalle citazioni del simbolismo pittorico e coreografico al dissidio familiare che investe Lucia (Marianna Fontana, bravissima), dalla bellezze della natura al dramma dell’emigrazione e della guerra. Film lucido, luminoso, con notturni ed albe che sanno di miracolo, forse più pensato che detto, questo lavoro svela la riflessione del regista sull’oggi e sul nostro dolore, sulla necessità dell’arte come fonte di verità e di libertà. Verrà capito?

Valeria  Bruni Tedeschi

Più semplice è invece il lavoro diretto ed interpretato da Valeria Bruni Tedeschi Les Estivants, ossia le vacanze sulla Costa Azzurra di ricchi amici borghesi, in crisi affettive e creative (lei è una  regista). Panorami splendidi, cibi buoni ma un grande vuoto interiore, tra ricordi di infanzia violata, amori finiti, futuro incerto e tanta infelicità. Bravi  la Golino, Scamarcio e tutti gli altri, belle e azzeccate le musiche (Verdi, Rossini, Chopin, Schubert). Ma si parla troppo, lei gigioneggia pur brava, e tutto sembra un po’ scontato (i soliti ricchi e i soliti servi).

the-nightingale

Drammatico è invece The Nightingale di Jennifer Kent che racconta una vicenda di violenza familiare,  ad opera di un tenente inglese, in Tasmania nel 1825. Razzismo, delitto, queste le armi della pseudo civilizzazione europea, di cui paghiamo oggi le conseguenze. La donna irlandese violata e privata del marito e della bambina da parte del soldato ne avrà la vendetta, implacabile, ritrovando in sè e nel dolore la forza di essere donna libera. Ma sarà pure la vendetta di un popolo perseguitato dal neocolonialismo di allora e di oggi. Tutt’altro che pacificante questo film.

22july

Come 22 July di Paul Greengrass che narra la strage di  69 ragazzi in Norvegia ad opera di un fanatico di estrema destra. Un trhiller senza sconti, vero, dove spiccano due giovani: il fanatico ed un ferito che deve riprendere la vita. Sullo sfondo, lo Stato, le famiglie, una società impaurita. Il razzismo. Cioè, oggi. Film duro, molto stringente e doloroso. Fa capire il nostro tempo.

 

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