«Vedo il bicchiere Mezzopieno»

Intervista a Luca Streri, economista, che punta sulla positività per cambiare il mondo

Economista, esperto di finanza internazionale, presidente dell’associazione Semi onlus, Luca Streri, classe 1972, ad un certo punto della sua vita ha voltato le spalle agli affari e si è dedicato all’economia solidale. Convinto del potere rivoluzionario della gentilezza, promuove il movimento Mezzopieno, «una rete di persone e associazioni che credono negli esseri umani e nel mondo, nella capacità di creare bellezza e armonia e nella forza della positività e della collaborazione», a cui aderiscono personalità come Stefano Zamagni, Nick Vujicic, Giancarlo Caselli.

 Streri, perché ha scelto di aiutare le popolazioni indiane in difficoltà?
Ho coltivato il sogno di fare qualcosa per cambiare la vita delle persone bisognose da quando ero bambino. Ho scoperto l’India e la sua profonda povertà quando avevo 12 anni, durante un viaggio con i miei genitori, e da quell’esperienza non ho più smesso di pensare che un giorno sarei tornato in quel Paese per stare al fianco di quelle persone, che ritenevo meritassero di vivere un’esistenza più dignitosa.

Lei ha lavorato nell’alta finanza, perché ha deciso di cambiare vita?
Finiti gli studi, ho avuto una carriera veloce e appagante in borsa, in Svizzera e nell’alta finanza internazionale. Poi un giorno, a 32 anni, ho deciso che era arrivato il momento di seguire il mio sogno e ho lasciato tutto per realizzarlo. Con quello che ho imparato nella finanza sono riuscito a dare un senso al mio impegno e ad individuare il modo per far fruttare le mie conoscenze non più solo per i più ricchi, ma poi anche per i più poveri del mondo.

 La sua vita è stata caratterizzata da incontri importanti. Ce ne racconta qualcuno?
Nel 2005 ho conosciuto Muhamad Yunus all’Onu, a Ginevra, dove lavoravo, e sono stato invitato da lui in India, dove mi ha introdotto al suo programma per alleviare la povertà attraverso il microcredito. Dopo pochi mesi, Yunus ha vinto il premio Nobel per la pace e io ho avviato il mio programma di microfinanza solidale in una delle regioni più povere del Paese, una cosa differente dalla sua, anche se ispirata da lui.

 In cosa differisce?
La differenza principale sta nel centro di profitto, volevo che fosse la comunità a crescere. Lo stesso anno ho incontrato il grande filosofo Raimon Panikkar, il padre del dialogo interculturale e interreligioso, che ha abbracciato il mio sogno e mi ha aperto il cuore e lo spirito, aiutandomi a imprimere un forte senso spirituale all’attività con le popolazioni tribali dell’India che stava nascendo. Insieme a lui abbiamo fatto nascere i primi villaggi Arbor, delle comunità auto-organizzate attorno al principio dell’abbattimento della conflittualità e alla condivisione dei valori comuni e delle risorse con una base di partecipazione popolare inclusiva. Un’alternativa al sistema pre-esistente incancrenito sulle differenze, che non contemplava la collaborazione, ma viveva una frattura sociale e religiosa che portava la divisione tra gruppi e in tutta la comunità. Oggi sono oltre 350 i villaggi in India che lavorano insieme con questi valori e che costruiscono insieme il loro benessere, partendo dal bello e dal buono che hanno già e che ogni giorno lavorano per mettere in comune e valorizzare.

 Lei ha fondato Mezzopieno: che cos’è e come fa a vedere sempre il lato positivo delle cose?
Il principio di valorizzare le cose in comune è la base del movimento Mezzopieno, diffusosi anche nella nostra cultura occidentale per restituire la fiducia in una società auto-centrata e conflittuale come la nostra. Il concetto di partenza è che la nostra società non manca di strumenti o di benessere, ma di consapevolezza e di collaborazione. Abbiamo tanto, ma cerchiamo sempre qualcosa di più e non ci accorgiamo più di quanto bello c’è attorno a noi, dimenticando il senso di gratitudine che è quello che rende la vita piena e appagante e restituisce la sensazione di benessere in una società. È questo Mezzopieno: un modo di vedere il mondo, un approccio alla vita che valorizza ciò che c’è invece di lamentarsi per ciò che manca, un ringraziamento continuo che si nutre della positività come strumento di benessere.

 A cosa sta lavorando e quali sono i suoi progetti futuri?
Mezzopieno è una grande realtà presente in tutta Italia, cresce velocemente e con grande entusiasmo e continua ad espandersi e a fecondare tante persone ogni giorno, è un impegno importante e continuo che richiede l’attenzione giusta per non perdere mai di vista il vero fine, quello di creare benessere e serenità per la gente e tra le persone. Sono molto attento a non cadere nell’errore che fanno spesso gli economisti, quello di ambire a grandi numeri perdendo lo spirito e la semplicità. La rete Mezzopieno è in migliaia di scuole, aziende, luoghi di lavoro, associazioni, carceri, comunità e tra la gente e vogliamo che rimanga un circolo di gratitudine e di fiducia e che sia sempre alimentato, fecondante e vivo. Questo è il mio impegno più importante.

 

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