Vedere Gesù nel fratello

Dio come vede le cose? Così deve essere anche per noi. Questa è la rotta giusta per la nostra navigazione

Avevamo detto di voler vedere solo Gesù nel fratello, di  trattare  con  Gesù  nel  fratello, di amare Gesù nel fratello, ma ora s’affaccia il ricordo che quel fratello ha questo o quel  difetto, ha questa o quella  imperfezione.

Il nostro occhio si complica e il nostro essere non è  più illuminato. Di conseguenza si rompe l’unità, errando.

Forse quel fratello, come tutti noi, ha commesso degli errori, ma Dio come lo vede? Qual è in realtà la sua condizione, la  verità del suo stato? Se è a posto davanti a Dio, Dio non ricorda più nulla, ha tutto cancellato col suo  sangue. E noi perché ricordare? Chi è nell’errore in quel momento?

Io che giudico, o il fratello? Io.

E allora devo mettermi a veder le  cose  dall’occhio  di  Dio, nella verità, e trattare in  modo conforme col fratello, ché, se per disavventura egli non si fosse ancor sistemato col  Signore, il calore del mio amore,  che è Cristo in me, lo porterebbe a compunzione come il sole riassorbe e cicatrizza tante piaghe.

La carità si mantiene con la verità e la verità è misericordia pura, della quale dobbiamo essere rivestiti da capo a piedi per poterci dire  cristiani.

 

Tratto da Chiara Lubich, L’attrattiva del tempo moderno. Scritti Spirituali/1, Città Nuova, Roma 1997, pp. 104-105.

a cura di Donato Falmi

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