Vecchi titoli

Cambiamo i termini anche nella Chiesa

«Ho assistito oggi via Internet all’incontro dei sacerdoti nell’Aula Paolo VI, una delle cerimonie di chiusura dell’Anno sacerdotale. Dopo 50 anni dal Concilio, anche in ambienti aperti alle novità si continua a utilizzare un linguaggio vecchio, forse non a caso; si vogliono conservare distinzioni e “gradi”, eludendo il fatto che siamo fratelli anche se con diversi ruoli. Mi riferisco all’uso non superato, nonostante il Concilio, di termini come eccellenza e/o eminenza. Se il tu sarebbe eccessivo, anche se tra fratelli è auspicabile, signor vescovo è idoneo. Se non erro, il Concilio aveva sostituito l’eminenza e l’eccellenza con signor cardinale, signor vescovo».

M.R.

 

C’è ancora molto da fare, concordo con lei. Ma l’incontro dell’Aula Paolo VI ha messo in luce, tra il resto, una forte fraternità sacerdotale. Che poi i titoli coi quali spesso ci si rivolge a vescovi e cardinali siano eccessivi, è vero.

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