Val più la pratica. Piccola grammatica immorale della lingua italiana
Andrea De Benedetti - Laterza
Se avete amato la grammatica in età scolare, se invece l’avete odiata e ancora torna nei vostri incubi più ricorrenti, se vi è scappato almeno una volta nella vita di dire “a me mi”, questo libro fa per voi: un’occasione per riscoprire o riconciliarvi con la grammatica.
De Benedetti, linguista preparato e arguto, riesce nell’ardua impresa di scrivere un libro divertente e imprevedibile, con leggerezza e senso dell’umorismo. E mentre spiega e argomenta con precisione riesce sempre a strapparci un sorriso.
Lo scrittore attinge indifferentemente a letteratura, testi delle canzoni, brani di cronaca, famose e sgrammaticate frasi di personaggi famosi. L’obiettivo polemico è il neo-crusc, ovvero un pedante interprete dell’Accademia della Crusca che mentre piange sulla decadenza del congiuntivo e si lamenta perché ormai nessuno sa più scrivere né leggere, usa la grammatica come una fede salda e in grado di dare sempre risposte lontane da ogni dubbio.
La grammatica al contrario viene riscattata come strumento che alimenta la capacità di pensiero critico e di dubbio. Si emerge dalla lettura di De Benedetti con un’idea positiva e rinnovata della nostra lingua, più avvezza all’eccezione che alla regola, con il desiderio di ritrovare il suo senso compiuto nella pratica più che nella teoria e viene voglia di parlare e di scrivere con più consapevolezza. Da consigliare ai liceali, un vero balsamo per le loro fatiche.