Lombardia, a Maroni non piace l’obbligo vaccinale
«La scelta della Regione Lombardia sul tema delle vaccinazioni è quella di informare e convincere, non obbligare. Il nostro impegno è quello di continuare l’azione di sensibilizzazione e responsabilizzazione delle famiglie per far capire l’importanza dei vaccini». Così assicura Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia. Un po’ di chiarezza, non fa mai male su questa materia che ha provocato ultimamente un fiume di parole.
Ora si è fatto sentire anche il governatore Roberto Maroni, con una dichiarazione in cui ha fatto sapere di “condividere personalmente” il ricorso presentato dal collega del Veneto contro il decreto del ministro Lorenzin che ha introdotto l’obbligatorietà di 12 vaccini; ma ha precisato che la Lombardia non farà ricorso, perché esiste un provvedimento approvato dal Consiglio regionale lombardo che lo impegna a introdurre l’obbligatorietà dei vaccini per i bambini che si iscrivono all’asilo nido in Lombardia. In sede di Conferenza Stato Regioni, però, la Lombardia sosterrà la richiesta del Veneto e chiederà di convocare la ministra della Salute Beatrice Lorenzin affinché, in attesa della pronuncia della Consulta, modifichi la legge togliendo le sanzioni alle famiglie che non rispettano l’obbligo.
In precedenza dal Pirellone si era tentato di far fare le vaccinazioni anti-meningite, a prezzi low cost, anche dai medici di base. Ma era stato impossibile trovare un accordo con questi ultimi. Ora ecco la decisione di non imporre nessun divieto di frequentare il sistema scolastico per i bimbi non vaccinati, resa nota all’indomani della legge approvata dalla regione Emilia Romagna che introduce l’obbligo dei vaccini per l’accettazione agli asili nido. La Regione Lombardia attualmente aveva adottato la raccomandazione delle vaccinazioni, cosa che negli anni ha favorito l’aumento del numero di genitori dissenzienti. Negli ultimi anni però era andato crescendo l’allarme per il crescente numero di bimbi non vaccinati rimane sempre alto, soprattutto la “bassa” adesione all’anti morbillo, malattia che può avere serie conseguenze come l’encefalite; come bassa è anche la distribuzione della IV dose di antipolio. Migliori i dati sulle vaccinazioni contro le meningitida pneumococco e da meningococco C, che superano il 90% dei soggetti, così come le vaccinazioni delle bambine contro il papilloma virus.
La Regione Lombardia ha comunque indicato, tra le sue priorità, la sensibilizzazione alle campagne vaccinali: «Partirà a breve – dice l’assessore – una campagna di informazione efficace e capillare: nelle scuole, nei consultori, su internet, anche attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi come un’applicazione realizzata ad hoc; affinché si arrivi in modo tempestivo lì dove ci sono le mamme, i bambini e tutti i genitori che devono fare le scelte».
Leggi anche l’articolo pubblicato da Città Nuova sul ricorso della Regione Veneto contro il decreto vaccini