«Vaccinazioni, bisogna educare le famiglie»

Intervista a Sonia Viale, vice presidente e assessore alla Salute della Liguria. Purtroppo, afferma, «a causa dell’approccio coercitivo, ha provocato un effetto boomerang, ponendo dubbi rispetto all’utilità della vaccinazioni». La Regione al lavoro per evitare il rischio caos, dopo l'introduzione dell'obbligo di vaccinazione per l'accesso alle scuole. Continua l'approfondimento sui vaccini, per dar voce alle varie posizioni. Sulla rivista Città Nuova di agosto uno speciale sull'argomento.

Siamo con Sonia Viale, vice presidente della Regione Liguria e assessore alla Salute per farci raccontare delle ripercussioni che il decreto sulle vaccinazioni ha causato tra la popolazione. Un decreto che «a causa dell’approccio coercitivo – afferma – ha provocato un effetto boomerang».

In Liguria si stima che siano almeno 15mila i bambini che potrebbero non essere in regola entro l’inizio del prossimo anno scolastico. E questo fa sorgere problemi non indifferenti nella macchina organizzativa che investe Asl e l’assessorato stesso, con il pericolo di paralizzare alcuni servizi importanti delle aziende sanitarie locali.  I vaccini  sono uno strumento di prevenzione fondamentale, ma serve informazione spiega l’assessore.

sonia-viale-vicepresidente-e-assessore-della-regione-liguria-foto-di-luca-zennaro-per-ansa

«Non si può pensare che la vaccinazione – afferma Viale – non venga accompagnata da un percorso di educazione delle famiglie, oggi assolutamente carente nel nostro Paese, dove il tasso di vaccinazione è pericolosamente calato». Non piace nemmeno, aggiunge, «la parte sanzionatoria e impositiva del decreto Lorenzin sui vaccini, che arriva alla sospensione della potestà genitoriale rischiando di diventare un boomerang rispetto a una volontà politica di diffondere le vaccinazioni, assolutamente da sostenere. Per fortuna è in corso una profonda modifica del decreto sia nel numero delle vaccinazioni obbligatorie, sia nella parte sanzionatoria, perché è sbagliato multare fino a 7.500 euro una famiglia».

Tante dichiarazioni, tante prese di posizione, tante persone e associazioni ascoltate in questi  mesi. Assessore Viale, la Regione Liguria è favorevole alle vaccinazioni obbligatorie?
«La Regione Liguria promuove le vaccinazioni che costituiscono una conquista delle società civili per il debellamento di alcune malattie letali, ma l’approccio non può essere la coercizione delle persone. Questo decreto, proprio a causa dell’approccio coercitivo, ha provocato un effetto boomerang, ponendo dubbi rispetto all’utilità della vaccinazioni anche tra coloro che sono favorevoli e alimentando quindi i cosiddetti ‘no vax’. In sostanza contrae il dibattito in un momento che dovrebbe essere, invece, di approfondimento di educazione sanitaria. A fronte di questa primaria esigenza per guidare le famiglie in un percorso che riguarda la salute dei loro figli, questo decreto stanzia appena 200mila euro per la campagna informativa su tutto il territorio nazionale: una cifra irrisoria e assolutamente insufficiente. Il decreto è stato analizzato dalle Regioni, che hanno elaborato un parere in cui si chiede di introdurre sia alcune modifiche sostanziali al testo sia alcuni temi che non erano stati presi in considerazione. In particolare, insieme a Lombardia e Veneto, chiediamo di prevedere un maggiore e più attento utilizzo del sistema di farmacovigilanza rispetto alle attività vaccinali e di prevedere l’obbligo di vaccinazione anche per gli operatori sanitari coinvolti nei processi assistenziali ai minori».

 Quali sono i dati vaccinali della Liguria?
«In merito alla copertura vaccinale, la Liguria si colloca tra le Regioni con le migliori performances. Nonostante ciò, abbiamo registrato un lieve calo negli ultimi anni e la percentuale del 95% raccomandata dall’Oms è a rischio per tutte le vaccinazioni finora soltanto consigliate. La Regione Liguria è però all’avanguardia, perché ha messo in campo da tempo, ben prima del decreto, diverse iniziative di sensibilizzazione, offrendo gratuitamente ai nuovi nati molte vaccinazioni che prima erano solo consigliate e oggi sono rese obbligatorie dal decreto».

Come si stanno organizzando scuole? Le Asl sono pronte per eseguire i vaccini a chi non è vaccinato? E ci sono i vaccini?
«Aver previsto l’obbligo delle vaccinazioni entro l’inizio del prossimo anno scolastico, a settembre, ha scaricato a livello locale sia sulle Aziende sanitarie sia sul sistema scolastico una serie di problematiche, per altro senza aver stanziato alcuna risorsa aggiuntiva per far fronte al forte incremento dei carichi di lavoro. Nonostante ciò, le Asl, coordinate da Alisa, l’Azienda ligure sanitaria, stanno approntando su tutto il territorio ligure ambulatori dedicati con personale qualificato per smaltire nel più breve tempo possibile il picco di richieste: questo richiede un notevole sforzo organizzativo. Ci stiamo anche coordinando tra uffici del sistema sanitario e la direzione scolastica regionale per colmare la mancanza di circolari comuni tra ministero della Salute e Miur. A tutto il personale coinvolto voglio rivolgere il mio plauso per l’impegno dimostrato. Il passaggio da 4 a 10 vaccinazioni obbligatorie non sarà facile, andrà accompagnato e governato. Va rilevata la totale mancanza di condivisione e ascolto delle Regioni da parte del governo, anche in merito alle problematiche squisitamente tecniche di applicazione del decreto».

 

Per approfondire:

“Vaccini sì, vaccini no” sulla rivista Città Nuova di agosto
Intervista al presidente della Fimp, Chiamenti: Un errore ridurre i vaccini obbligatori
Sulle vaccinazioni obbligatorie lavori ancora in corso
Abruzzo, varato un comitato per la vaccinazioni

«Mia figlia è stata male dopo il vaccino»
Il Veneto contro il decreto vaccini

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