Uzbekistan. Appunti di viaggio

Un anno fa, proprio oggi, partivo per l’Asia centrale, il posto più lontano che la mia anima viaggiatrice riesce a concepire. Samarcanda, Buchara… come Alessandro Magno, l’Oxus mi sembra il confine del mondo… ed è là che sono voluta andare, e oltre, come lui… Prima, e meglio, di me, hanno scritto dell’Asia centrale molti altri. Su tutti, Tiziano Terzani (Buonanotte signor Lenin, Tea, 2005), che racconta l’atmosfera, le difficoltà, le incongruenze, lo stupore, le leggende, le facce straordinarie sulle quali si mescolano 100 etnie differenti, variamente e sorprendentemente combinate. Alle sue righe, aggiungo pagine di diario, impressioni. Peccato non poter restituire l’odore forte, penetrante, antico e speziato, di questa terra… Peccato non poter restituire la meraviglia e il calore del sole che sorge su Buchara in albe rapidissime che assolano il letto come il fuoco purificatore di Zoroastro… L’Uzbekistan è stupore continuo; è deserto, steppa ampia che sembra un tappeto steso e ti fa sentire al riparo, abbracciata e cullata; è campi di cotone a distesa che prosciugano le ormai poche riserve d’acqua; è cielo terso solcato da scie d’aereo; è maioliche turchesi, porte di legno intagliato, architetture di mattoni; è Tamerlano, e il silenzio profondo sulla sua tomba; è gasdotti in costruzione; è lana filata, colorata e lasciata ad asciugare al sole; è quiete, di notte, sotto una pioggia leggera che pulisce tutto e tutto fa risplendere; è il grigiore sovietico solo alleviato dalla ciniglia coloratissima dei vestiti delle donne; è Islam antico di sapienza e saggezza; è un pezzetto di formaggio di capra mangiato lungo la strada; è mercati dove entra in scena dignitosa miseria; è presente e passato che stentano a parlarsi; è mangiare seduti per terra, a un tavolino basso. Si poeta in Asia centrale, anche quando la mancanza improvvisa di corrente elettrica obbliga a lavarsi al buio con un filo d’acqua, anche quando il vento freddo taglia il fiato tra le montagne della porta di Tamerlano, anche quando gli onnipresenti cartelli stradali urlano slogan populisti… Nel deserto verso Samarcanda, avvolto da un tramonto che arrosa le montagne, con la luna sempre più splendente, viene in mente che fai tu luna in ciel, dimmi, che fai?, e canti di pastori erranti nell’Asia, e come avrà fatto Leopardi a immaginarsi una luna così: silenziosa, esigente… L’Asia centrale ti chiede di perderti… e la strada dell’amante nell’amato sono fiori di cotone, sussurri…degli altri e di se stessi. E non è una cosa scontata, acquisita. Perché ritorna il momento della tentazione, l’occasione in cui puoi vincere in maniera non proprio limpida. E ti chiedi: ora che faccio? Ogni volta devi rifare una scelta. Per me è importante cercare di vincere in questo modo ma purtroppo non per tutti è così. Nel judo, come nella vita…. In vista delle Olimpiadi Lucia avrà pochissime occasioni per riposarsi. Ma non rinuncerà a ritagliarsi piccoli spazi per coltivare quella che potremmo definire una innata vena artistica, dando così libero sfogo alla sua creatività.

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